domenica 20 dicembre 2009

Matita V.S. Mouse v.2.0.1



L'immagine che vedete è frutto dell'ennesima riflessione sull'importanza delle nuove tecniche di disegno e di progettazione.

Nella parte sinistra vediamo un progettista, che riporta l'idea, presente nella sua mente, su un foglio per mezzo del movimento sullo stesso di una matita.
Questa azione provoca la creazione di una realtà altra (virtuale) in cui l'immagine mentale di una persona, si solidifica e si rende conoscibile anche ad altri capaci di interpretare la simbologia usata.
Ogni azione sul foglio, provoca una modificazione locale di questa realtà virtuale creatasi, per esempio disegnando più linee si può palesare quello che alcuni riconoscono come una finestra.

Nella parte destra vediamo invece un programmatore/progettista che dopo aver opportunamente "istruito" il proprio computer per mezzo di programmi e macro, attraverso l'inserimento di un input da mouse (o tastiera), riporta l' idea, presente nella propria mente, su una realtà virtuale informatica.
L'input del progettista però, viene rielaborato dal computer a seconda di come è stato precedentemente programmato, restituendo quindi una realtà differente da quella che ci si aspetterebbe e che a volte è inattesa persino per l'operatore.


Il concetto è un po' difficile da esprimere, ma il succo è questo:
Con il disegno tradizionale (a matita), utilizzando una protesi artificiale comunicativa quale la grafite, su un'altra protesi artificiale dell'immaginazione cioè il foglio, riusciamo ad esprimere le nostre idee ed a migliorarle attraverso diversi input dati dai segni che lasciamo sulla carta.
Con il disegno(/progettazione) informatico utilizziamo il computer quale protesi di quasi tutta la mente, riuscendo quindi ad interagire con le nostre idee ed avendo per un singolo input (potenzialmente) infinite trasformazioni del nostro modello.
Trasformazioni non casuali, ma prestabilite dalla nostra precedente programmazione.
Ad esempio per la progettazione di un garage, potrebbe bastare inserire pochi dati quale il contesto sul quale posizionarlo, il tipo di veicolo da custodire ed altre specifiche date dal committente per ottenere dalla computazione informatica immediatamente un organismo architettonico valido (con tanto di eventuale risoluzione di ponti termici ahaha).


Fino ad oggi si è relegato uno strumento potente come il computer a mero disegnatore, evoluzione di quello che era il tecnigrafo, i programmi CAD vengono utilizzati semplicemente per economizzare un lavoro che potrebbe benissimo essere fatto a mano da un operatore lobotomizzato.
Il futuro della progettazione architettonica sta nell'eliminazione di ogni pensiero e movimento assimilabile al disegno, per trasformare la progettazione in assoluta programmazione.
Il computer deve essere visto come un allievo che opportunamente istruito non diventa un supporto alla progettazione, ma progettazione stessa.

Se qualcuno dovesse pensare che ciò annulli "l'architetto" sbaglierebbe, ci sarà sempre bisogno di un Architetto programmatore, di un Architetto che sappia rilevare la realtà vera e riportarla sotto forma di input nella realtà virtuale (che anche con i metodi tradizionali è la parte più importante dell'Architettura) e di uno che verifichi i risultati di questo processo.
Quest'evoluzione si chiama Architettura Algoritmica (parametrica) Generativa (o genetica), proprio perchè la nostra idea attraverso algoritmi di calcolo si genera, si modifica e si evolve al di la della possibilità umana grazie all'aiuto del computer, protesi della mente e non del braccio.

Questa consapevolezza e questa sicurezza nell'informatica sono arrivate improvvise, grazie credo alla recente letture di Eisenman Digitale (edito da Testo&Immagine), un libro vecchio di 10 anni e la scoperta dei RhinoScripts (e del Grasshopper) per il famoso programma di modellazione Rhinoceros.

Non so se sono riuscito ad essere chiaro, mi farò aiutare dal video seguente:



links:
(Grasshopper - Rhinoscripting)
http://www.grasshopper3d.com/
http://crtl-i.com/blog/category/grasshopper-explicit-history/
http://btlb.blogspot.com/
http://liquidtectonics.blogspot.com/

(Altro)
http://www.cstem.it/2006/generative_ars.php
http://www.cstem.it/index_i.php
http://scriptinarnasco.blogspot.com/
http://madeincalifornia.blogspot.com/

domenica 13 dicembre 2009

Carta igenica o Traveller's Cheque? v.2.0.1

Mi tocca tornare su un'argomento trattato più di un'anno fa, quello sul mio difficile rapporto con le riviste di Architettura, ricordate?
Per chi non avesse letto il post (ma sono sicuro che tutti l'abbiate fatto hahaha) eccovi il link http://frustrazioniarchitettoniche.blogspot.com/2008/10/carta-igenica-o-travellers-cheque.html .
Da quel giorno ho comperato si e no 3 riviste, e me ne sono pentito.
Nel frattempo i vari Blog in materia sono diventati sempre di più e sempre migliori, basta scorrere tra i link da me consigliati (nella colonna a destra).
La prima differenza che balza all'occhio, tra blog e carta stampata, è quella della lunghezza degli articoli, i blog sono decisamente più ermetici, anche perchè se un redattore di una rivista si trova a recensire una o due architetture al mese, per i blogger si tratta (a volte) di uno o due edifici al giorno!
Questo a scapito della descrizione dell'edificio e della critica su quest'ultimo, affidate al lettore.
Poco male!
Gli articoli dei blog sono spesso correlati da numerose immagini e link, mentre (come dicono in molti) la critica architettonica è morta.
Come disse Bruno Zevi:"A cosa serve una critica che non critica?".

Fatto sta che, chi più e chi meno, tutte le riviste se la stanno passando male, oramai per tenersi a galla si sono riempite le pagine di pubblicità, tanto che sembrano più incentrate sulla grafica pubblicitaria che sull'architettura.
Non possono reggere la concorrenza dei blog, delle e-zine e simili, che hanno costi di pubblicazione infinitamente più leggeri e la possibilità di essere gratuite.

In tutto ciò che ti succede?
Succede che Costruire in Laterizio, viene resa disponibile sul web in PDF http://www.laterizio.it/index.php?option=com_content&view=article&id=396&Itemid=204 .
Non solo, oltre ad essere gratuita (compresi gli arretrati), non vi è presenza di pubblicità!
Ciò è possibile in quanto la lobby del laterizio è forte, e la rivista è di per se una pubblicità al loro settore.
Di sicuro è una risorsa in più, gratuita, che non fa mai male.

Ora, il problema diventa la sovrabbondanza di informazioni, a volte con fonti discutibili.
Mai cadere nell'errore di dare per vero tutto ciò che si legge su internet (questo blog non fa eccezione), cercare sempre conferme.
Almeno fino a quando non si stabilizzerà il fenomeno blog, dandoci testate "certificate" delle quali fidarsi ciecamente.

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giovedì 3 dicembre 2009

Quando la gente non soffre la fame, perde tempo in tante stronzate (Domo)

marchetto scrive:
 be', ma non metti un nuovo post??
 Dai su, impegnati...
 la lavatrice comincia ad essere fuori moda
MaurizioArturo scrive:
 hahaha
 vero c'ho anche altre 2 foto di quel grande catalizzatore architettonico che è la lavatrice
 stavo pensando a una frase di Purini che secondo me non è male
marchetto scrive:
 dimmi dimmi...
MaurizioArturo scrive:
 dice tipo che le domande sull'architettura sono molto utili per chi risponde,
 perchè ogni volta che rispondi ad una domanda sull'architettura capisci un po' più di te stesso
 che non mi sembra affatto sbagliato
marchetto scrive:
 assolutamente no,ed aggiungerei che le domande vanno fatte a voce alta
 non solo pensate come fanno in molti
 io me so letto mezzo junk space
 è spettacolare
 smuove i pensieri
MaurizioArturo scrive:
 come fa sempre koolhaas
marchetto scrive:
 io invece stavo pensando ad una frase geniale di Renzo Piano
 "Quello dell'architetto è un mestiere così delicato e pericoloso non solo per chi lo pratica ma anche, direi soprattutto, per gli altri"
MaurizioArturo scrive:
 non la conoscevo sai
marchetto scrive:
 Potrebbe sembrare scontata, ma in realtà non lo è perchè effettivamente mette in evidenza quanta responsabilità ci spetta
 spesso relatà difficili di interi quartieri e quindi di alcune parti della società sono macchiate dalla nascita,proprio a causa del contesto in cui vivono, mi viene in mente Scampia, o il gregottiano-puriniano Zen
 sono fallimenti colossali che credo andrebbero puniti, perchè quotidianamente incidono sulla vita e sulla cattiva educazione di migliaia di persone
MaurizioArturo scrive:
 bè però non è solo colpa degli architetti
marchetto scrive:
 sicuramente no, ma la fetta di colpa che abbiamo è abbondante
 almeno a parer mio
MaurizioArturo scrive:
 neanche troppo del progetto (che non è solo figlio degli architetti).
 Comunque l'edilizia residenziale del 70/80 è stata tutta un fallimento (a differenza della disco-music)
 ma non è mai stata realizzata secondo il progetto, più tosto secondo parametri speculativi
marchetto scrive:
 sicuramente hanno inciso fortemente, ma credo che in taluni casi non si siano battuti a dovere affinchè cio nn succedesse,
 questo si nota da quando questi personaggi riparlano del progetto e continuano a dire che ha delle forti potenzialità,
 secondo me in certe circostanze bisognerebbe ammettere l'errore
MaurizioArturo scrive:
 già
 proprio sta mattina pensavo che il problema è l'astrazione del contesto, a questi progetti avulsi dal luogo di costruzione.
 il problema è che se prima il dibattito architettonico era limitato dai sistemi di comunicazione (non parlo della trattatistica, ma del discutere come stiamo facendo noi ora), quindi era legato al massimo a qualche corrispondenza, ora si parla con gente all'altro capo del mondo come se si stesse seduti allo stesso tavolino in un bar
 e credo che l'architettura è quella che ne ha subito di più le conseguenze
marchetto scrive:
 si, concordo
MaurizioArturo scrive:
 portando in luoghi dove questa smaterializzazione delle distanze non c'è, questo nuovo status di comunicazione
marchetto scrive:
 hai perfettamente ragione
MaurizioArturo scrive:
 e quindi è sempre più facile sbagliare
marchetto scrive:
 si perchè il dialogo vero è quello faccia a faccia in cui ci si parla anche attraverso gli sguardi, i gesti quello che viene chiaamto da Madonna "body language", internet annulla tutto questo, tende all'isolamento, la famosa "rete" finisce per essere una trappola piu che una connessione
MaurizioArturo scrive:
 si ma c'è anche la webcam, o gli avatar di second life
 hahaah
marchetto scrive:
 haahhaha
 hai ragione, e che ancora li conosco poco
 nn ci avevo pensato
MaurizioArturo scrive:
 è un problema di differenti modalità di comunicazione
 c'è chi si affida al sistema vocale/gestuale, chi sta sel sistema epistolare/trattatistico, e chi sta su un'altro piano, quello virtuale
marchetto scrive:
 si, e dunque di capirsi e quindi di produrre soluzioni vere, reali, calzanti con il contesto e lo spirito del luogo
MaurizioArturo scrive:
 ma anche con lo spirito delle persone
marchetto scrive:
 gia
MaurizioArturo scrive:
 a questo punto sembra che il problema sia la differenza di raggio della comunicazione
marchetto scrive:
 forse piu che il problema un problema
MaurizioArturo scrive:
 si si infatti  
 il rischio assolutista è sempre dietro l'angolo
 forse se fosse più omogenea questa cosa, i progetti non sarebbero così avulsi dal contesto
marchetto scrive:
 di certo sarebbero migliori, ma un altra fetta del problema credo sia la non bontà del metodo progettuale...
 ma questa è un'altra storia che richiede un'altra chiacchierata