lunedì 3 novembre 2014

Frustrazioni Architettoniche è morto, lunga vita a Frustrazioni Architettoniche

Dopo anni di inattività procedo alla chiusura ufficiale di Frustrazioni Architettoniche. 
Questo blog era nato dal bisogno di comunicare le mie incertezze e le mie convinzioni sull'architettura, o quantomeno sullo studio dell'architettura. I post nascevano da discorsi tra amici, da immagini, o da lezioni seguite (poche lo ammetto) alla facoltà di architettura (fù) "Valle Giulia" (che ho visto nascere ed ho visto morire durante il mio percorso universitario, tra docenti ed ordinamenti che da nuovissimi diventavano vecchi...io li avrei chiamati "obsoleti"). 

Ad un certo punto, un punto preciso, ho smesso di pubblicare post. I motivi principalmente due (oltre all'evidente inutilità di un blog che non parli di moda).
Per prima cosa ho smesso completamente di seguire il mio corso di studi, dedicandomi ad una ricerca personale sull'AAD (algorithms aided design); come mentore Arturo Tedeschi, che intervistai proprio su questo blog all'indomani dell'uscita del suo primo libro "Architettura Parametrica - Introduzione a Grasshopper"; quello è stato probabilmente l'ultimo vero post di questo blog.
E poi non c'era tempo di scrivere, ne di avere dubbi. Ogni giorno una nuova scoperta, ogni giorno una cosa nuova da fare, da sperimentare. E la guida di Arturo, che a causa delle inimmaginabili ore di lavoro e di ricerca in tandem, in brevissimo tempo ha acquisito la stessa familiarità che solitamente riconosciamo ad un amico d'infanzia....o all'home page di google.

Da quel post ho lavorato per diversi studi, a progetti più o meno grandi, con soddisfazioni altrettanto altalenanti; l'importante è che ho sempre lavorato in un modo che fino a pochi anni fa non esisteva, cioè redigendo algoritmi.
Continuando comunque a fare ricerca con Arturo, A>T....per darci un tono.

Diversi lavori sono stati interessanti dicevo, dall'EcoCity di J.M. Schivo & Associati, alla Softwall di Studio Kami; e poi i progetti con l'agenzia Double, l'istallazione Nu:s (con Arturo Tedeschi) al chiostro del Bramante e poi al Macro di Testaccio e le Parametric Shoes (con Arturo Tedeschi ed Alessio Spinelli) esposte persino al Carousel du Louvre a Parigi.
Sempre con Arturo sono stato a Venezia per il "Fuori Biennalle", finendo tra i primi 10 studi d'architettura under 35 in italia con il Cloud Bridge (progetto strapubblicato). Ho girato mezza italia con i workshop Plug-it ed Ecologic per i quali sono tutor. Sono stato tutor assistant per la Architectural Association di Londra per le visiting school a Roma. Ho addirittura tenuto lezioni e corsi in alcune università pur non avendo ancora una laurea. 
Un vortice di eventi e di incontri che hanno dilatato a dismisura questi 3 anni, molto più lunghi ed intensi di quanto avrei mai immaginato. 

E adesso...Un mese fa tenevo un talk al Maker Faire. Tre settimane fa è uscito il nuovo libro di Arturo Tedeschi, AAD_Algorithms Aided Design. e l'ultimo capitolo porta la mia acerba firma. La settimana scorsa mi sono laureato. Da domani lascio Roma. 
L'ossigeno non basta più come comburente, le esplosioni sono afone, tutto è avvolto da una nebbia che spunta le lame, non c'è neanche il tempo di emozionarsi; neanche davanti alla commissione di laurea (probabilmente uno dei momenti vissuti in modo più rilassato di questi ultimi tre anni).

Detto ciò, continuo ad essere frustrato. Le "frustrazioni architettoniche" non ti abbandonano, come non ti abbandonano i dubbi. Però impari a conviverci ed a non averne paura. Le frustrazioni mi fanno compagnia in stazione, mentre aspetto il prossimo freccia rossa, mi pressano e mi spingono sempre un po' più avanti. Quindi....tagliando corto....il blog non mi serve più, lo chiudo.

Lo chiudo pubblicando le tavole della mia tesi di laurea, discussa giovedì 30 ottobre 2014.....si, c'è voluto un po'.....una decina d'anni credo....neanche ho tenuto il conto.
Titolo: "Progettazione ambientale parametrica di un prototipo di campo d'emergenza e di un nuovo insediamento", relatore (dopo altri) E. Mancuso.
Si tratta di un algoritmo al quale basta sapere dove c'è stato un disastro e quante sono le persone coinvolte e lui "progetta" un campo transitorio con relative tende ed un nuovo quartiere con strutture stampate in digital fabrication (non chiamiamola stampa 3D).
Naturalmente la provocatoria ricerca celata, mirava all'insegnare ad un computer il mestiere dell'architetto.....un piccolo mattoncino per carità...però è stato divertente.

A presto
Maurizio





p.s. ringrazio Arturo T. Luca D. Marianna V. Eugenio M. Ferdinando P. Damiano I. e Vincent V. che hanno contribuito a vario titolo alla tesi.

p.p.s. dimenticavo.....c'è chi ci tiene...valutazione 108 su 110, la prossima volta cercherò di fare meglio :P