lunedì 29 novembre 2010

Firmitas

Sto lavorando ad una definizione di GH (Grasshopper) in grado di eseguire predimensionamento, dimensionamento, calcolo e verifica di una semplice struttura a telaio in cemento armato.
Per adesso sono fermo ai solai.
Sorprendentemente la parte più difficile non è relativa al calcolo strutturale in se, ma all'indicizzazione degli input!
Il mio obbiettivo (abbastanza ambizioso) è quello di inserire tutte le "linee" che indicano travi e pilastri, con una semplice selezione.

Questo esperimento serve per dimostrare ancora una volta come GH non serva solo a creare "forme nuove ed inusuali", ma può veramente dare un significativo apporto alla progettazione in modi ancora sconosciuti.


Structural from maurizio degni on Vimeo.

giovedì 4 novembre 2010

Architettura Parametrica: Introduzione a Grasshopper II° edizione - Intervista ad Arturo Tedeschi

Esce oggi la II°edizione di:"Architettura Parametrica: Introduzione a Grasshopper" di Arturo Tedeschi.

Quando acquistai la prima edizione, non immaginavo che sarei andato incontro ad un totale cambiamento (o meglio spostamento) di paradigma del mio modo di progettare.
Si tratta di una sorta di manuale, scritto in maniera estremamente comprensibile e lineare, che guida il lettore all'utilizzo di Grasshopper, un plug-in per Rhinoceros (il celebre modellatore N.U.R.B.S.).
Non è una guida meccanica, in stile Tutorial, ma contiene gli approfondimenti teorici necessari a capire cos'è realmente la modellazione parametrico-generativa.
Per capire di cosa stiamo parlando, rimando alle parole del Prof. Celestino Soddu:
L’Arte Generativa non e’ una tecnologia, non
e’ solo uno strumento informatico ma e’ un
modo di pensare il possibile, un modo di vivere
la propria creativita’.
L’Arte Generativa costruisce il possibile creando
regole evolutive che generano eventi che,
se da una parte, sono imprevedibili e sorprendenti,
dall’altra rispecchiano fedelmente
l’identita’ e riconoscibilita’ dell’idea, ne sono
la naturale rappresentazione.
L’Arte Generativa e’ un modo di pensare e di
progettare che ritrova uniti dallo stesso entusiasmo
architetti e matematici, poeti e musicisti,
fisici e semiologi, filosofi e pittori, ingegneri
e designers.
da Generative art di Celestino Soddu
Gli embrioni dell'architettura parametrico-generativa si trovano già in Luigi Moretti, che nel 1957 fondò l'IRMOU (Istituto per la Ricerca Matematica e Operativa applicata all'Urbanistica); come potete vedere scorrendo le immagini del suo archivio a questo link http://www.architettoluigimoretti.it/site/it-IT/Sezioni/Opere_e_progetti/Galleria/198_1960.html?tipo=ES&seq=1.
 In tutto ciò Grasshopper (abbreviato GH) è un editor di Algoritmi visuale che non richiede la conoscenza di codici da programmatore informatico, ma che permette di disegnare (con l'accezione inglese del termine) forme complesse di estrema coerenza progettuale (fino alla prototipazione, cioè la produzione).
Nei post immediatamente precedenti potete trovare alcuni esempi (prodotti da me che lo conosco da pochi mesi) di quello che potete realizzare con questo plig-in.

L'autore del testo, l'Architetto Arturo Tedeschi (1979), dal 2004 affianca alle esperienze progettuali presso gli studi Poiesis, Pica Ciamarra Associati e Zoena, un'intensa attività concorsuale ed una personale ricerca nel campo della modellazione parametrica, indagando le relazioni tra architettura e nuovi strumenti di progettazione. Nel 2010 pubblica "Architettura Parametrica - introduzione a Grasshopper", il primo manuale italiano sulla modellazione generativa in Rhinoceros. Nello stesso anno collabora con lo studio Zaha Hadid Architects di Londra.




Di seguito l'intervista che il gentilissimo autore ci ha concesso (ne consiglio vivamente la lettura):


 .: Come e quando hai conosciuto Grasshopper?
Come accade per gli “incontri” importanti tutto è avvenuto per caso. È sorprendente quanto siano labili le circostanze in grado di tracciare un nuovo corso nella vita professionale (e non solo) di un individuo.
 Nel luglio 2009 mi trovavo a Londra, e attraversando casualmente Bedford Square, dove ha sede la prestigiosa Architectural Association School sono stato letteralmente catturato dal Driftwood Summer Pavilion (http://www.dezeen.com/2009/07/03/driftwood-pavilion-by-aa-unit-2-opens/) realizzato da Danecia Sibingo, studentessa al terzo anno della Unit 2.
Ad impressionarmi è stata la sua complessità formale e costruttiva, in apparenza risultato di un gesto scultoreo, ma in realtà controllata da una logica raffinata e sfuggente, da un codice che guidava la deformazione della materia, la diversificazione delle parti e l’assemblaggio dei componenti.
 In poche parole ho individuato “qualcosa” all’interno del progetto. Questo “qualcosa” consisteva in un nuovo (per me) utilizzo del computer che andava oltre l’idea di supporto tecnico, ma coinvolgeva lo sviluppo stesso dell’idea progettuale. Mi è parso subito evidente che questo approccio non si esauriva nel discorso formale, ma aveva importanti implicazioni nella gestione della complessità tipica di ogni iter progettuale.
 La sfida di decodificare e comprendere le logiche generative del Summer Pavilion mi ha portato ad intraprendere una ricerca, dapprima in rete e successivamente su pubblicazioni straniere, affiancando lo studio teorico alla ricerca di software non più basati su set predefiniti di primitive geometriche, tipici dei programmi CAD, ma sulla definizione di regole e leggi di diversificazione: ho scoperto lo scripting e successivamente il visual scripting di Grasshopper.

 .: Perchè usare Grasshopper?
Grasshopper consente di organizzare i progetti in sistemi parametrici, basati su logiche di relazione tra parti, offrendo la possibilità di alterare la configurazione complessiva del sistema, agendo sulle variabili poste alla base del processo progettuale.
 A differenza dei software BIM (Building Information Modeling) le cui caratteristiche parametriche sono legate ad elementi tipicamente architettonici (garantendo, ad esempio, coerenza ed associatività tra pianta e alzati), Grasshopper non pone limiti teorici, andando ben oltre la produttività o la velocità di redazione degli elaborati. Ponendosi a metà strada tra l’intuitività dei software e la flessibilità della programmazione, Grasshopper consente di integrare in un unico processo variabili ed aspetti di natura eterogenea, focalizzandosi non solo su logiche interne, ma soprattutto sulla rete di relazioni, flussi e scambi che il progetto instaura con i sistemi circostanti. Questi aspetti costituiscono una vera e propria evoluzione nella ricerca architettonica.

 .: Al giorno d'oggi quanto è utilizzato nella progettazione?
È difficile dare una risposta definitiva, ma si può senza dubbio affermare che Grasshopper abbia conquistato, da un lato, i più grandi studi di architettura internazionali (come ho potuto verificare di persona da Zaha Hadid Architects), dall’altro, la ricerca e la sperimentazione accademica. Molti degli esperimenti più interessanti provengono da gruppi di lavoro interdisciplinari e da studenti. È sicuramente riscontrabile un ritardo complessivo del nostro paese nell’utilizzo dei software parametrici, che coinvolge l’ambiente universitario e la pratica professionale.

 .: Quali sono le conoscenze necessarie per utilizzare GH (ai vari livelli)?
Occorrono senza dubbio basi di modellazione tridimensionale e un background matematico.
 Ma ciò che risulta realmente indispensabile è la capacità di indagare e controllare le logiche che stanno dietro la forma riuscendo a sviluppare relazioni complesse tra elementi eterogenei.
Grasshopper non è un scatola magica o una protesi in grado di estendere le nostre capacità. Il suo utilizzo non ci consente di realizzare nulla che non siamo in grado di immaginare e definire su un foglio di carta.

 .: GH (grazie alla sua accessibilità rispetto alla programmazione classica) cambierà radicalmente l'Architettura? o il modo di "fare" Architettura?
Non credo che Grasshopper possa cambiare l’architettura. Più che altro stanno cambiando i processi di trasformazione dell’ambiente costruito in uno scenario che impone la necessità di sviluppare, a tutti i livelli, capacità di feedback e adattamento. Questa inedita complessità rivela l’inadeguatezza di approcci tradizionali e le potenzialità degli strumenti parametrici.
 Oggi si assiste ad un fenomeno collaterale (e riduttivo), che coincide con il consenso nei confronti dei risultati “formali” dell’utilizzo di software parametrici. È quello che io chiamo “Effetto Voronoi”, riferendomi alla recente diffusione del celebre diagramma di decomposizione, spesso banalmente ridotto a pattern decorativo, appiccicato ormai ovunque. Mi auguro si tratti di una fase transitoria, che altrimenti andrebbe a sminuire l’autenticità ed il portato della progettazione parametrica.

 .: GH è un sistema oppure uno strumento?
Quando penso all’idea di strumento mi risulta naturale associarla a quella, per certi aspetti speculare, di interfaccia. La forma più elementare dell’interfaccia (riprendo una discussione di Umberto Eco) rimanda al concetto di calco. Gli strumenti più semplici da utilizzare sono conformati in modo da essere il calco della mano o di qualche altra parte del corpo e non necessitano di particolari codici di mediazione per essere utilizzati. Nel momento in cui lo strumento si allontana dal calco, subentra la necessità dell’interfaccia.
 Questo concetto può essere esteso, con qualche forzatura, all’ambito della progettazione. Per secoli l’architetto ha utilizzato strumenti tecnici di estrema semplicità – il cui utilizzo non necessitava di particolari interfacce - ed ha fatto ricorso a sistemi teorici complessi quali la matematica, la geometria, le scienze in genere per indagare e controllare la complessità del mondo. Al momento speculativo è seguito il progetto, inteso come sede di organizzazione di idee e di definizione di risposte pratiche operate attraverso il codice del disegno.
 Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito ad un progressivo abbandono del disegno a mano e degli strumenti tradizionali a cui è subentrato l’utilizzo di programmi CAD che hanno determinato una distanza tra idea e rappresentazione, imponendo l’apprendimento e l’utilizzo di un interfaccia a discapito dell’immediatezza del gesto grafico: lo strumento è diventato sistema.
 Quello che accade per i software di progettazione parametrica come Grasshopper è la sovrapposizione, la coincidenza dello strumento tecnico e del sistema di indagine e sperimentazione teorica. Il momento speculativo e quello progettuale convivono, con potenzialità esaltanti ma con il pericolo di restare intrappolati in un meccanismo intricato, rischiando di rappresentare la complessità piuttosto che risolverla.

 .: Come mai hai sentito l'esigenza di scrivere questo manuale (anche se chiamarlo così è estremamente riduttivo)?
Durante le fasi iniziali dell’apprendimento di Grasshopper, ho beneficiato di esperimenti, tutorial, ed altri esempi pubblicati quotidianamente sui siti che gravitano intorno al tema della progettazione parametrica. A fini di studio, mi sono trovato di fronte la necessità di operare, da un lato, una selezione del materiale, dall’altro, di individuare un filo conduttore tra gli argomenti.
 Questa operazione ha dato vita, in breve tempo, ad una serie di appunti che ho progressivamente strutturato secondo l’ordine che presenta, oggi, il libro. L’idea, senz’altro ambiziosa, di proporre il mio lavoro ad un editore corrisponde alla volontà di creare una “traccia territoriale” di un fenomeno che è nato e si è evoluto sul web con tutte le conseguenze immaginabili: una su tutte l’invisibilità da parte dell’accademia. L’acquisizione del testo da parte di università e studenti è stato, ed è tuttora, un segnale molto importante.
È superfluo sottolineare il ruolo fondamentale di Le Penseur – una delle realtà editoriali più interessanti del nostro paese – ed il contributo di Fulvio Wirz, lead architect presso lo studio di Zaha Hadid, che ha sintetizzato in maniera brillante, nelle pagine di introduzione, il ruolo e l’influenza della progettazione parametrica nella cultura architettonica contemporanea.
“Architettura Parametrica” intende tracciare una base teorica ed offrire un “metodo”, andando oltre l’analisi dei singoli componenti del programma. Per questo motivo ha la pretesa di non essere “soltanto” un manuale o, perlomeno, di esserlo nella stessa misura in cui Grasshopper può essere considerato “soltanto” un software.

 .: A chi è rivolto il tuo testo: "Architettura Parametrica: Introduzione a Grasshopper"?
A tutti coloro che si avvicinano al mondo della progettazione parametrica e sono alla ricerca di uno strumento operativo.

 .: Cosa troveremo di nuovo rispetto alla passata edizione?
La nuova edizione del libro presenta un aggiornamento complessivo degli argomenti e delle immagini basato sulle più recenti release di Grasshopper ed introduce strumenti fondamentali, quali l’Image Sampler ed il Path Mapper.
 Una novità importante è la trattazione completa del “Data Tree”, ovvero la logica utilizzata da Grasshopper per l’archiviazione e l’accesso ai dati: sicuramente uno degli argomenti più ostici nel percorso di apprendimento, la cui comprensione conduce ad un maggiore controllo del programma. Fino ad oggi l’argomento non è mai stato affrontato in modo organico e con l’adeguata chiarezza.
 Infine, non meno importante, un nuovo capitolo interamente dedicato alle superfici poligonali (mesh) con un accenno alle Subdivision Surfaces.

 .: Quali sono a tuo avviso le parti più importanti del libro?
Lo sviluppo degli argomenti corrisponde ad un ordine logico e all’apprendimento graduale, pertanto, ritengo non esistano paragrafi o capitoli preferenziali. Ribadisco, comunque, l’importanza dei concetti relativi al Data Tree.

 .: Le vendite della prima edizione di “Architettura Parametrica” sono andate più tosto bene, ha avvicinato molte persone a questo mondo ed ora su internet ci sono community (italiane) molto vivaci che gravitano intorno al mondo GH; è segno che qualche cosa si sta muovendo anche in italia?
Il successo del libro e la sua influenza sono un risultato inaspettato e gratificante. Le communities, (realtà precedente alla pubblicazione del libro), rappresentano l’aspetto più sorprendente di questo fenomeno sviluppatosi fuori dai circuiti mainstream, ma destinato ormai a conquistare un’attenzione sempre più grande. Grasshopper ha consentito di creare connessioni ben oltre la sua interfaccia grafica!
Questo accade soprattutto all’estero, ma qualcosa si sta muovendo anche in Italia, dove segnali importanti provengono dalle collaborazioni che nascono sul web per poi svilupparsi territorialmente, dall’organizzazione di workshop e, non ultimo, dal mondo dell’università, in particolare dal Politecnico di Milano che sta attivando corsi di perfezionamento e master post-universitari sui temi della progettazione parametrica. (http://www.tas.polimi.it/ e http://www.tac.polimi.it/).

 .: Hai altri progetti editoriali in cantiere?
Ho in mente diversi progetti editoriali, ma la difficoltà nel concretizzarli risiede nella velocità con la quale sta cambiando lo scenario dell’architettura digitale. Sono ispirato dalla volontà di rendere accessibili strumenti tecnici e contenuti teorici, sempre più attuali, che corrispondono all’evoluzione in atto nel mondo dell’architettura e del progetto in genere. Vorrei portare avanti questa idea proponendo nuove pubblicazioni ed una nuova idea di magazine, senza trascurare le possibilità che offre il web (che finora ho utilizzato soltanto come luogo di scambio di informazioni). Il mio veicolo comunicativo preferenziale resta, ad ogni modo, la scrittura, che considero efficace solo quando si è in grado di abbandonare tendenze autocelebrative (e autoreferenziali), guidati dalla volontà di trasmettere realmente qualcosa.


Ringrazio sinceramente Arturo Tedeschi e vi invito senza mezzi termini ad acquistare il suo nuovo libro, non ve ne pentirete.

LINKS:

http://www.lepenseur.it/architetturaparametrica.php
http://www.lepenseur.it/index.php
http://www.arturotedeschi.com/
http://europaconcorsi.com/people/888911805-Arturo-Tedeschi/projects
http://www.grasshopper3d.com/
http://www.rhino3d.com/
http://www.architettoluigimoretti.it/site/it-IT/
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