martedì 14 aprile 2009

(ri)Costruire L'aquila

I tempi sono maturi per pensare al dopo...
dopo il sisma che ha palesato l'indispensabilità dell'Architettura a L'aquila (e non solo).
Non voglio sapere perché è successo, un'idea ce la siamo fatta tutti e tutti in fondo in fondo lo sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto.
Siamo tutti complici, perché tutti sappiamo in Italia come si lavora.
Quel che è stato è stato, ma ora?
L'aquila deve tornare a volare, va ricostruita e anche in fretta (a quanto dicono).
Ma ricostruita come? Ripristinando il centro storico come se nulla sia successo?
Non cerco approvazione, ma credo sia giusto che la città porti i segni della nostra incuria, che si formino cicatrici tra medioevale e post-moderno.
Ricostruire L'aquila com'era 2 settimane fa, servirebbe solo a pulire le nostre coscienze, sarebbe ingiusto,falso e diseducativo (troppo indulgente nei nostri confronti).
Non voglio fasciarmi la testa prima di rompermela, ma più di qualcuno vorrà un ripristino fedele del borgo del capoluogo, e non credo proprio di poterlo accettare.

Nella Valle Roveto (dove sono cresciuto) non c'è paesino che non abbia ancora le baracche asismiche costruite dopo il devastante terremoto che nel gennaio del 1915 colpì la Marsica (XI grado Mercalli).
Il "piano di sbaraccamento" prevedeva la loro demolizione non appena l'emergenza fosse rientrata....e invece a quasi 100 anni di distanza sono ancora lì, come monito della potenza della terra e della volontà dell'uomo.
Spero che le "Barracche" (come si chiamano a Civitella Roveto) restino lì ancora a lungo, cosicché possano raccontare per molti anni ancora la nostra storia, le nostre sconfitte, le nostre vittorie (e i nostri bisogni).

2 commenti:

Andrea ha detto...

Quello che dici può essere in parte accettabile , sicuramente non bisogna far finta che nulla sia accaduto .
Ma io considero un dato fondamentale : le vittime hanno diritto ad una normalità , ad una vita serena e soprattutto hanno diritto a ritrovare le loro origini e la loro storia .
Sicuramente anche ricostruendo quanto più fedelmente possibile L'Aquila qualcosa non sarà come prima del terremoto.
Emergerebbero comunque delle sottili ma , per chi conosce la città , notevoli differenze .
Sono apertamente contrario alla costruzione di una New Town fuori città , piuttosto provvederei , fossi al posto del governo , a ridare ad ognuno la propria casa.
So già che è qualcosa di impossibile ,almeno a breve termine , ma credo sia indispensabile che dopo ogni disastro ognuno ritorni a casa propria.
Ho trovato molto interessante la proposta di Renzo Piano sull'utilizzo di case provvisorie in legno , sicure , e soprattutto riciclabili una volta ricostruita l'Aquila.
Grazie

Maurizio Arturo ha detto...

mhmhm...case di legno?... la vedo una cosa più tosto costosa, però potrei riaprire i battenti dell'attività di famiglia, mio padre vendeva legnami da costruzione.
E' giustissimo ridare agli Aquilani la loro storia, ma è altrettanto vero che il recente terremoto E' la loro storia.
Fare temporaneamente case di legno..mhmhm.. non sò se sei mai stato a L'Aquila, ma è una delle città più fredde d'Italia, e al contempo una delle più afose in estate.
Penso francamente che entro Ottobre non sarà più possibile stare in tenda e non sò quanto sia economicamente vantaggioso costruire delle case di legno così ben coibentate, per non parlare dell'organizzazione di queste cittadelle di legno in una delle regioni più colpite da incendi.
C'è da mettere anche in conto che la parte est della città non è stata quasi per niente toccata dal sisma, io non ho visto neanche una crepa sulle tamponature; e c'è da dire che chi abitava nel centro erano gli studenti fuori sede e famiglie abbastanza abbienti da avere una seconda ed una terza casa, il resto erano uffici e locali notturni.
Sono fiducioso....nelle zone di guerra si tirano su edifici in 5 o 6 mesi, naturalmente non mi aspetto una velocità tale, ci sono una marea di altri problemi.
Per quanto riguarda il borgo, spero anche io di ritrovarlo com'era, ma da studente di architettura non posso, sarebbe come mentire e rinnegare la storia.