giovedì 17 settembre 2009

Ara Pacis (versione 2.0)

Nell'era digitale, anche gli edifici vengono aggiornati di continuo (alla stregua dei programmi informatici).

Vedi Teca dell'Ara Pacis di R. Meier, che dopo continui tira e molla (politici o architettonici?) sembra verrà modificata.
La nuova "release" prevede la riconfigurazione del parapetto in travertino che copre parzialmente (dal Lungotevere) il prospetto delle chiese di San Rocco e San Girolamo.
I "Feedback" (o Bug Report?) arrivati all'Architetto Canadese sembra l'abbiano convinto alla modifica in vista della pedonalizzazione del tratto di Lungotevere antistante al Museo/Teca (che è solo una parte di un progetto di riqualificazione di tutta la zona).

Oramai il cambiamento della configurazione spaziale degli edifici è all'ordine del giorno, la flessibilità è indiscutibilmente una delle richieste maggiori fatte all'Architettura contemporanea.
La "Bignessis" teorizzata da Koolhaas potrebbe raggiungere le estreme conseguenze non limitandosi agli edifici di grandi dimensioni, ma estendendosi a tutte le Architetture, che se troppo statiche e "unicum di parti indissolubilmente in relazionate tra loro" rischiano di scomparire pochi anni dopo la loro nascita.

E' lontano il tempo in cui Wright (se ricordo bene) ripudiò un suo progetto in quanto il proprietario della villa in questione si permise di cambiare un tappeto.

2 commenti:

Andrea ha detto...

Beh sembra quasi che l'individualità dell'architetto venga messa in secondo piano. Forse non è un male frenare gli eccessi di certi pseudo-architetti (non è certo il caso di Meier), ma non mi sembra giusto neanche sindacare troppo il lavoro di un professionista. E' sempre la via di mezzo quella più giusta da seguire.

eb ha detto...

Vantaggi e svantaggi del relativismo. Tutto si può fare ma anche tutto si può cambiare, ma anche distruggere e rifare. Sono curioso di vedere che succederà.
Enrico Bardellini