giovedì 12 novembre 2009

Architettura a Valle Giulia


(Architettura sulla Lavatrice)


Nella facoltà di Architettura di Roma, Valle Giulia, è un po' di tempo che si usano nuovi ed efficacissimi metodi d'insegnamento.
Studiando bene l'edificio che ospita la facoltà (più che altro le parti modificate di recente) è facile imparare come NON si progetta!
Il blocco di travertino nella foto era stato posto in opera meno di 4 anni fa, a coronamento dell'aula detta "LAVATRICE" (in virtù dell'enorme oblò tramite il quale prende luce) che ospita di tanto in tanto mostre e che più spesso ancora a causa dell'improbabile sistema di smaltimento delle acque meteoriche allaga la zone di cortile coperta (o ti bagni la testa o i piedi.........il nuovo che allaga il vecchio...questa si che è arte)
Come mai i nostri professori perdono lezioni su lezioni a criticare chiunque, quando basterebbe guardarsi un po' attorno e criticare anche i loro vicinissimi e rispettabilissimi colleghi?
La foto che vi mostro è solo uno dei numerosi casi riscontrabili nella più antica (vecchia) scuola d'architettura d'Italia, l'ho scattata proprio questa mattina.....
"La cattiva architettura come le lumache vine fuori quando piove"
Certo è che quel blocco di travertino, con quell'involucro di caffè in copertura, in molti laboratori potrebbe essere considerato un plastico in scala 1:200 di un progetto da 30 e lode.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo, ma non lo sapevi che le lavatrici fanno acqua?
Marketto

Maurizio Arturo ha detto...

già..
I nuovi modelli si rompono dopo pochi anni, tirano sempre fuori difetti su difetti...
Mentre quelle di una volta duravano in eterno!
Povere massaie.

Anonimo ha detto...

Qualcuno sa che quell'aula nacque forse in maniera abusiva, a coronamento di una manutenzione delle fognature. Correva l'anno 2005. Che tutto ciò accada nella facoltà di Architettura è piacevole trattandosi di paese Italia. Io farei degli accessi agli atti e qualche verifica con foto aeree. Chi all'epoca chiese informazione, bhè fu costretto a desistere