Aggiornamento sullo stato di avanzamento.
Sono riuscito ad implementare discretamente bene i travetti,
ora tocca disporre bene i ferri.
Il pre-dimensionamento è praticamente completo devo affinare solo quello sui pilastri.
Appena risolto il problema con i ferri dei travetti credo che passerò alle travi e lascierò il lavoro di verifica (delle stesse) per ultimo....che suspance hahaha
Structure Calcolator from maurizio degni on Vimeo.
sabato 4 dicembre 2010
lunedì 29 novembre 2010
Firmitas
Sto lavorando ad una definizione di GH (Grasshopper) in grado di eseguire predimensionamento, dimensionamento, calcolo e verifica di una semplice struttura a telaio in cemento armato.
Per adesso sono fermo ai solai.
Sorprendentemente la parte più difficile non è relativa al calcolo strutturale in se, ma all'indicizzazione degli input!
Il mio obbiettivo (abbastanza ambizioso) è quello di inserire tutte le "linee" che indicano travi e pilastri, con una semplice selezione.
Questo esperimento serve per dimostrare ancora una volta come GH non serva solo a creare "forme nuove ed inusuali", ma può veramente dare un significativo apporto alla progettazione in modi ancora sconosciuti.
Structural from maurizio degni on Vimeo.
Per adesso sono fermo ai solai.
Sorprendentemente la parte più difficile non è relativa al calcolo strutturale in se, ma all'indicizzazione degli input!
Il mio obbiettivo (abbastanza ambizioso) è quello di inserire tutte le "linee" che indicano travi e pilastri, con una semplice selezione.
Questo esperimento serve per dimostrare ancora una volta come GH non serva solo a creare "forme nuove ed inusuali", ma può veramente dare un significativo apporto alla progettazione in modi ancora sconosciuti.
Structural from maurizio degni on Vimeo.
giovedì 4 novembre 2010
Architettura Parametrica: Introduzione a Grasshopper II° edizione - Intervista ad Arturo Tedeschi
Esce oggi la II°edizione di:"Architettura Parametrica: Introduzione a Grasshopper" di Arturo Tedeschi.
Quando acquistai la prima edizione, non immaginavo che sarei andato incontro ad un totale cambiamento (o meglio spostamento) di paradigma del mio modo di progettare.
Si tratta di una sorta di manuale, scritto in maniera estremamente comprensibile e lineare, che guida il lettore all'utilizzo di Grasshopper, un plug-in per Rhinoceros (il celebre modellatore N.U.R.B.S.).
Non è una guida meccanica, in stile Tutorial, ma contiene gli approfondimenti teorici necessari a capire cos'è realmente la modellazione parametrico-generativa.
Per capire di cosa stiamo parlando, rimando alle parole del Prof. Celestino Soddu:
In tutto ciò Grasshopper (abbreviato GH) è un editor di Algoritmi visuale che non richiede la conoscenza di codici da programmatore informatico, ma che permette di disegnare (con l'accezione inglese del termine) forme complesse di estrema coerenza progettuale (fino alla prototipazione, cioè la produzione).
Nei post immediatamente precedenti potete trovare alcuni esempi (prodotti da me che lo conosco da pochi mesi) di quello che potete realizzare con questo plig-in.
L'autore del testo, l'Architetto Arturo Tedeschi (1979), dal 2004 affianca alle esperienze progettuali presso gli studi Poiesis, Pica Ciamarra Associati e Zoena, un'intensa attività concorsuale ed una personale ricerca nel campo della modellazione parametrica, indagando le relazioni tra architettura e nuovi strumenti di progettazione. Nel 2010 pubblica "Architettura Parametrica - introduzione a Grasshopper", il primo manuale italiano sulla modellazione generativa in Rhinoceros. Nello stesso anno collabora con lo studio Zaha Hadid Architects di Londra.
Di seguito l'intervista che il gentilissimo autore ci ha concesso (ne consiglio vivamente la lettura):
.: Come e quando hai conosciuto Grasshopper?
Come accade per gli “incontri” importanti tutto è avvenuto per caso. È sorprendente quanto siano labili le circostanze in grado di tracciare un nuovo corso nella vita professionale (e non solo) di un individuo.
Nel luglio 2009 mi trovavo a Londra, e attraversando casualmente Bedford Square, dove ha sede la prestigiosa Architectural Association School sono stato letteralmente catturato dal Driftwood Summer Pavilion (http://www.dezeen.com/2009/07/03/driftwood-pavilion-by-aa-unit-2-opens/) realizzato da Danecia Sibingo, studentessa al terzo anno della Unit 2.
Ad impressionarmi è stata la sua complessità formale e costruttiva, in apparenza risultato di un gesto scultoreo, ma in realtà controllata da una logica raffinata e sfuggente, da un codice che guidava la deformazione della materia, la diversificazione delle parti e l’assemblaggio dei componenti.
In poche parole ho individuato “qualcosa” all’interno del progetto. Questo “qualcosa” consisteva in un nuovo (per me) utilizzo del computer che andava oltre l’idea di supporto tecnico, ma coinvolgeva lo sviluppo stesso dell’idea progettuale. Mi è parso subito evidente che questo approccio non si esauriva nel discorso formale, ma aveva importanti implicazioni nella gestione della complessità tipica di ogni iter progettuale.
La sfida di decodificare e comprendere le logiche generative del Summer Pavilion mi ha portato ad intraprendere una ricerca, dapprima in rete e successivamente su pubblicazioni straniere, affiancando lo studio teorico alla ricerca di software non più basati su set predefiniti di primitive geometriche, tipici dei programmi CAD, ma sulla definizione di regole e leggi di diversificazione: ho scoperto lo scripting e successivamente il visual scripting di Grasshopper.
.: Perchè usare Grasshopper?
Grasshopper consente di organizzare i progetti in sistemi parametrici, basati su logiche di relazione tra parti, offrendo la possibilità di alterare la configurazione complessiva del sistema, agendo sulle variabili poste alla base del processo progettuale.
A differenza dei software BIM (Building Information Modeling) le cui caratteristiche parametriche sono legate ad elementi tipicamente architettonici (garantendo, ad esempio, coerenza ed associatività tra pianta e alzati), Grasshopper non pone limiti teorici, andando ben oltre la produttività o la velocità di redazione degli elaborati. Ponendosi a metà strada tra l’intuitività dei software e la flessibilità della programmazione, Grasshopper consente di integrare in un unico processo variabili ed aspetti di natura eterogenea, focalizzandosi non solo su logiche interne, ma soprattutto sulla rete di relazioni, flussi e scambi che il progetto instaura con i sistemi circostanti. Questi aspetti costituiscono una vera e propria evoluzione nella ricerca architettonica.
.: Al giorno d'oggi quanto è utilizzato nella progettazione?
È difficile dare una risposta definitiva, ma si può senza dubbio affermare che Grasshopper abbia conquistato, da un lato, i più grandi studi di architettura internazionali (come ho potuto verificare di persona da Zaha Hadid Architects), dall’altro, la ricerca e la sperimentazione accademica. Molti degli esperimenti più interessanti provengono da gruppi di lavoro interdisciplinari e da studenti. È sicuramente riscontrabile un ritardo complessivo del nostro paese nell’utilizzo dei software parametrici, che coinvolge l’ambiente universitario e la pratica professionale.
.: Quali sono le conoscenze necessarie per utilizzare GH (ai vari livelli)?
Occorrono senza dubbio basi di modellazione tridimensionale e un background matematico.
Ma ciò che risulta realmente indispensabile è la capacità di indagare e controllare le logiche che stanno dietro la forma riuscendo a sviluppare relazioni complesse tra elementi eterogenei.
Grasshopper non è un scatola magica o una protesi in grado di estendere le nostre capacità. Il suo utilizzo non ci consente di realizzare nulla che non siamo in grado di immaginare e definire su un foglio di carta.
.: GH (grazie alla sua accessibilità rispetto alla programmazione classica) cambierà radicalmente l'Architettura? o il modo di "fare" Architettura?
Non credo che Grasshopper possa cambiare l’architettura. Più che altro stanno cambiando i processi di trasformazione dell’ambiente costruito in uno scenario che impone la necessità di sviluppare, a tutti i livelli, capacità di feedback e adattamento. Questa inedita complessità rivela l’inadeguatezza di approcci tradizionali e le potenzialità degli strumenti parametrici.
Oggi si assiste ad un fenomeno collaterale (e riduttivo), che coincide con il consenso nei confronti dei risultati “formali” dell’utilizzo di software parametrici. È quello che io chiamo “Effetto Voronoi”, riferendomi alla recente diffusione del celebre diagramma di decomposizione, spesso banalmente ridotto a pattern decorativo, appiccicato ormai ovunque. Mi auguro si tratti di una fase transitoria, che altrimenti andrebbe a sminuire l’autenticità ed il portato della progettazione parametrica.
.: GH è un sistema oppure uno strumento?
Quando penso all’idea di strumento mi risulta naturale associarla a quella, per certi aspetti speculare, di interfaccia. La forma più elementare dell’interfaccia (riprendo una discussione di Umberto Eco) rimanda al concetto di calco. Gli strumenti più semplici da utilizzare sono conformati in modo da essere il calco della mano o di qualche altra parte del corpo e non necessitano di particolari codici di mediazione per essere utilizzati. Nel momento in cui lo strumento si allontana dal calco, subentra la necessità dell’interfaccia.
Questo concetto può essere esteso, con qualche forzatura, all’ambito della progettazione. Per secoli l’architetto ha utilizzato strumenti tecnici di estrema semplicità – il cui utilizzo non necessitava di particolari interfacce - ed ha fatto ricorso a sistemi teorici complessi quali la matematica, la geometria, le scienze in genere per indagare e controllare la complessità del mondo. Al momento speculativo è seguito il progetto, inteso come sede di organizzazione di idee e di definizione di risposte pratiche operate attraverso il codice del disegno.
Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito ad un progressivo abbandono del disegno a mano e degli strumenti tradizionali a cui è subentrato l’utilizzo di programmi CAD che hanno determinato una distanza tra idea e rappresentazione, imponendo l’apprendimento e l’utilizzo di un interfaccia a discapito dell’immediatezza del gesto grafico: lo strumento è diventato sistema.
Quello che accade per i software di progettazione parametrica come Grasshopper è la sovrapposizione, la coincidenza dello strumento tecnico e del sistema di indagine e sperimentazione teorica. Il momento speculativo e quello progettuale convivono, con potenzialità esaltanti ma con il pericolo di restare intrappolati in un meccanismo intricato, rischiando di rappresentare la complessità piuttosto che risolverla.
.: Come mai hai sentito l'esigenza di scrivere questo manuale (anche se chiamarlo così è estremamente riduttivo)?
Durante le fasi iniziali dell’apprendimento di Grasshopper, ho beneficiato di esperimenti, tutorial, ed altri esempi pubblicati quotidianamente sui siti che gravitano intorno al tema della progettazione parametrica. A fini di studio, mi sono trovato di fronte la necessità di operare, da un lato, una selezione del materiale, dall’altro, di individuare un filo conduttore tra gli argomenti.
Questa operazione ha dato vita, in breve tempo, ad una serie di appunti che ho progressivamente strutturato secondo l’ordine che presenta, oggi, il libro. L’idea, senz’altro ambiziosa, di proporre il mio lavoro ad un editore corrisponde alla volontà di creare una “traccia territoriale” di un fenomeno che è nato e si è evoluto sul web con tutte le conseguenze immaginabili: una su tutte l’invisibilità da parte dell’accademia. L’acquisizione del testo da parte di università e studenti è stato, ed è tuttora, un segnale molto importante.
È superfluo sottolineare il ruolo fondamentale di Le Penseur – una delle realtà editoriali più interessanti del nostro paese – ed il contributo di Fulvio Wirz, lead architect presso lo studio di Zaha Hadid, che ha sintetizzato in maniera brillante, nelle pagine di introduzione, il ruolo e l’influenza della progettazione parametrica nella cultura architettonica contemporanea.
“Architettura Parametrica” intende tracciare una base teorica ed offrire un “metodo”, andando oltre l’analisi dei singoli componenti del programma. Per questo motivo ha la pretesa di non essere “soltanto” un manuale o, perlomeno, di esserlo nella stessa misura in cui Grasshopper può essere considerato “soltanto” un software.
.: A chi è rivolto il tuo testo: "Architettura Parametrica: Introduzione a Grasshopper"?
A tutti coloro che si avvicinano al mondo della progettazione parametrica e sono alla ricerca di uno strumento operativo.
.: Cosa troveremo di nuovo rispetto alla passata edizione?
La nuova edizione del libro presenta un aggiornamento complessivo degli argomenti e delle immagini basato sulle più recenti release di Grasshopper ed introduce strumenti fondamentali, quali l’Image Sampler ed il Path Mapper.
Una novità importante è la trattazione completa del “Data Tree”, ovvero la logica utilizzata da Grasshopper per l’archiviazione e l’accesso ai dati: sicuramente uno degli argomenti più ostici nel percorso di apprendimento, la cui comprensione conduce ad un maggiore controllo del programma. Fino ad oggi l’argomento non è mai stato affrontato in modo organico e con l’adeguata chiarezza.
Infine, non meno importante, un nuovo capitolo interamente dedicato alle superfici poligonali (mesh) con un accenno alle Subdivision Surfaces.
.: Quali sono a tuo avviso le parti più importanti del libro?
Lo sviluppo degli argomenti corrisponde ad un ordine logico e all’apprendimento graduale, pertanto, ritengo non esistano paragrafi o capitoli preferenziali. Ribadisco, comunque, l’importanza dei concetti relativi al Data Tree.
.: Le vendite della prima edizione di “Architettura Parametrica” sono andate più tosto bene, ha avvicinato molte persone a questo mondo ed ora su internet ci sono community (italiane) molto vivaci che gravitano intorno al mondo GH; è segno che qualche cosa si sta muovendo anche in italia?
Il successo del libro e la sua influenza sono un risultato inaspettato e gratificante. Le communities, (realtà precedente alla pubblicazione del libro), rappresentano l’aspetto più sorprendente di questo fenomeno sviluppatosi fuori dai circuiti mainstream, ma destinato ormai a conquistare un’attenzione sempre più grande. Grasshopper ha consentito di creare connessioni ben oltre la sua interfaccia grafica!
Questo accade soprattutto all’estero, ma qualcosa si sta muovendo anche in Italia, dove segnali importanti provengono dalle collaborazioni che nascono sul web per poi svilupparsi territorialmente, dall’organizzazione di workshop e, non ultimo, dal mondo dell’università, in particolare dal Politecnico di Milano che sta attivando corsi di perfezionamento e master post-universitari sui temi della progettazione parametrica. (http://www.tas.polimi.it/ e http://www.tac.polimi.it/).
.: Hai altri progetti editoriali in cantiere?
Ho in mente diversi progetti editoriali, ma la difficoltà nel concretizzarli risiede nella velocità con la quale sta cambiando lo scenario dell’architettura digitale. Sono ispirato dalla volontà di rendere accessibili strumenti tecnici e contenuti teorici, sempre più attuali, che corrispondono all’evoluzione in atto nel mondo dell’architettura e del progetto in genere. Vorrei portare avanti questa idea proponendo nuove pubblicazioni ed una nuova idea di magazine, senza trascurare le possibilità che offre il web (che finora ho utilizzato soltanto come luogo di scambio di informazioni). Il mio veicolo comunicativo preferenziale resta, ad ogni modo, la scrittura, che considero efficace solo quando si è in grado di abbandonare tendenze autocelebrative (e autoreferenziali), guidati dalla volontà di trasmettere realmente qualcosa.
Ringrazio sinceramente Arturo Tedeschi e vi invito senza mezzi termini ad acquistare il suo nuovo libro, non ve ne pentirete.
LINKS:
http://www.lepenseur.it/architetturaparametrica.php
http://www.lepenseur.it/index.php
http://www.arturotedeschi.com/
http://europaconcorsi.com/people/888911805-Arturo-Tedeschi/projects
http://www.grasshopper3d.com/
http://www.rhino3d.com/
http://www.architettoluigimoretti.it/site/it-IT/
Quando acquistai la prima edizione, non immaginavo che sarei andato incontro ad un totale cambiamento (o meglio spostamento) di paradigma del mio modo di progettare.
Si tratta di una sorta di manuale, scritto in maniera estremamente comprensibile e lineare, che guida il lettore all'utilizzo di Grasshopper, un plug-in per Rhinoceros (il celebre modellatore N.U.R.B.S.).
Non è una guida meccanica, in stile Tutorial, ma contiene gli approfondimenti teorici necessari a capire cos'è realmente la modellazione parametrico-generativa.
Per capire di cosa stiamo parlando, rimando alle parole del Prof. Celestino Soddu:
L’Arte Generativa non e’ una tecnologia, non
e’ solo uno strumento informatico ma e’ un
modo di pensare il possibile, un modo di vivere
la propria creativita’.
L’Arte Generativa costruisce il possibile creando
regole evolutive che generano eventi che,
se da una parte, sono imprevedibili e sorprendenti,
dall’altra rispecchiano fedelmente
l’identita’ e riconoscibilita’ dell’idea, ne sono
la naturale rappresentazione.
L’Arte Generativa e’ un modo di pensare e di
progettare che ritrova uniti dallo stesso entusiasmo
architetti e matematici, poeti e musicisti,
fisici e semiologi, filosofi e pittori, ingegneri
e designers.
da Generative art di Celestino SodduGli embrioni dell'architettura parametrico-generativa si trovano già in Luigi Moretti, che nel 1957 fondò l'IRMOU (Istituto per la Ricerca Matematica e Operativa applicata all'Urbanistica); come potete vedere scorrendo le immagini del suo archivio a questo link http://www.architettoluigimoretti.it/site/it-IT/Sezioni/Opere_e_progetti/Galleria/198_1960.html?tipo=ES&seq=1.
In tutto ciò Grasshopper (abbreviato GH) è un editor di Algoritmi visuale che non richiede la conoscenza di codici da programmatore informatico, ma che permette di disegnare (con l'accezione inglese del termine) forme complesse di estrema coerenza progettuale (fino alla prototipazione, cioè la produzione).
Nei post immediatamente precedenti potete trovare alcuni esempi (prodotti da me che lo conosco da pochi mesi) di quello che potete realizzare con questo plig-in.
L'autore del testo, l'Architetto Arturo Tedeschi (1979), dal 2004 affianca alle esperienze progettuali presso gli studi Poiesis, Pica Ciamarra Associati e Zoena, un'intensa attività concorsuale ed una personale ricerca nel campo della modellazione parametrica, indagando le relazioni tra architettura e nuovi strumenti di progettazione. Nel 2010 pubblica "Architettura Parametrica - introduzione a Grasshopper", il primo manuale italiano sulla modellazione generativa in Rhinoceros. Nello stesso anno collabora con lo studio Zaha Hadid Architects di Londra.
Di seguito l'intervista che il gentilissimo autore ci ha concesso (ne consiglio vivamente la lettura):
.: Come e quando hai conosciuto Grasshopper?
Come accade per gli “incontri” importanti tutto è avvenuto per caso. È sorprendente quanto siano labili le circostanze in grado di tracciare un nuovo corso nella vita professionale (e non solo) di un individuo.
Nel luglio 2009 mi trovavo a Londra, e attraversando casualmente Bedford Square, dove ha sede la prestigiosa Architectural Association School sono stato letteralmente catturato dal Driftwood Summer Pavilion (http://www.dezeen.com/2009/07/03/driftwood-pavilion-by-aa-unit-2-opens/) realizzato da Danecia Sibingo, studentessa al terzo anno della Unit 2.
Ad impressionarmi è stata la sua complessità formale e costruttiva, in apparenza risultato di un gesto scultoreo, ma in realtà controllata da una logica raffinata e sfuggente, da un codice che guidava la deformazione della materia, la diversificazione delle parti e l’assemblaggio dei componenti.
In poche parole ho individuato “qualcosa” all’interno del progetto. Questo “qualcosa” consisteva in un nuovo (per me) utilizzo del computer che andava oltre l’idea di supporto tecnico, ma coinvolgeva lo sviluppo stesso dell’idea progettuale. Mi è parso subito evidente che questo approccio non si esauriva nel discorso formale, ma aveva importanti implicazioni nella gestione della complessità tipica di ogni iter progettuale.
La sfida di decodificare e comprendere le logiche generative del Summer Pavilion mi ha portato ad intraprendere una ricerca, dapprima in rete e successivamente su pubblicazioni straniere, affiancando lo studio teorico alla ricerca di software non più basati su set predefiniti di primitive geometriche, tipici dei programmi CAD, ma sulla definizione di regole e leggi di diversificazione: ho scoperto lo scripting e successivamente il visual scripting di Grasshopper.
.: Perchè usare Grasshopper?
Grasshopper consente di organizzare i progetti in sistemi parametrici, basati su logiche di relazione tra parti, offrendo la possibilità di alterare la configurazione complessiva del sistema, agendo sulle variabili poste alla base del processo progettuale.
A differenza dei software BIM (Building Information Modeling) le cui caratteristiche parametriche sono legate ad elementi tipicamente architettonici (garantendo, ad esempio, coerenza ed associatività tra pianta e alzati), Grasshopper non pone limiti teorici, andando ben oltre la produttività o la velocità di redazione degli elaborati. Ponendosi a metà strada tra l’intuitività dei software e la flessibilità della programmazione, Grasshopper consente di integrare in un unico processo variabili ed aspetti di natura eterogenea, focalizzandosi non solo su logiche interne, ma soprattutto sulla rete di relazioni, flussi e scambi che il progetto instaura con i sistemi circostanti. Questi aspetti costituiscono una vera e propria evoluzione nella ricerca architettonica.
.: Al giorno d'oggi quanto è utilizzato nella progettazione?
È difficile dare una risposta definitiva, ma si può senza dubbio affermare che Grasshopper abbia conquistato, da un lato, i più grandi studi di architettura internazionali (come ho potuto verificare di persona da Zaha Hadid Architects), dall’altro, la ricerca e la sperimentazione accademica. Molti degli esperimenti più interessanti provengono da gruppi di lavoro interdisciplinari e da studenti. È sicuramente riscontrabile un ritardo complessivo del nostro paese nell’utilizzo dei software parametrici, che coinvolge l’ambiente universitario e la pratica professionale.
.: Quali sono le conoscenze necessarie per utilizzare GH (ai vari livelli)?
Occorrono senza dubbio basi di modellazione tridimensionale e un background matematico.
Ma ciò che risulta realmente indispensabile è la capacità di indagare e controllare le logiche che stanno dietro la forma riuscendo a sviluppare relazioni complesse tra elementi eterogenei.
Grasshopper non è un scatola magica o una protesi in grado di estendere le nostre capacità. Il suo utilizzo non ci consente di realizzare nulla che non siamo in grado di immaginare e definire su un foglio di carta.
.: GH (grazie alla sua accessibilità rispetto alla programmazione classica) cambierà radicalmente l'Architettura? o il modo di "fare" Architettura?
Non credo che Grasshopper possa cambiare l’architettura. Più che altro stanno cambiando i processi di trasformazione dell’ambiente costruito in uno scenario che impone la necessità di sviluppare, a tutti i livelli, capacità di feedback e adattamento. Questa inedita complessità rivela l’inadeguatezza di approcci tradizionali e le potenzialità degli strumenti parametrici.
Oggi si assiste ad un fenomeno collaterale (e riduttivo), che coincide con il consenso nei confronti dei risultati “formali” dell’utilizzo di software parametrici. È quello che io chiamo “Effetto Voronoi”, riferendomi alla recente diffusione del celebre diagramma di decomposizione, spesso banalmente ridotto a pattern decorativo, appiccicato ormai ovunque. Mi auguro si tratti di una fase transitoria, che altrimenti andrebbe a sminuire l’autenticità ed il portato della progettazione parametrica.
.: GH è un sistema oppure uno strumento?
Quando penso all’idea di strumento mi risulta naturale associarla a quella, per certi aspetti speculare, di interfaccia. La forma più elementare dell’interfaccia (riprendo una discussione di Umberto Eco) rimanda al concetto di calco. Gli strumenti più semplici da utilizzare sono conformati in modo da essere il calco della mano o di qualche altra parte del corpo e non necessitano di particolari codici di mediazione per essere utilizzati. Nel momento in cui lo strumento si allontana dal calco, subentra la necessità dell’interfaccia.
Questo concetto può essere esteso, con qualche forzatura, all’ambito della progettazione. Per secoli l’architetto ha utilizzato strumenti tecnici di estrema semplicità – il cui utilizzo non necessitava di particolari interfacce - ed ha fatto ricorso a sistemi teorici complessi quali la matematica, la geometria, le scienze in genere per indagare e controllare la complessità del mondo. Al momento speculativo è seguito il progetto, inteso come sede di organizzazione di idee e di definizione di risposte pratiche operate attraverso il codice del disegno.
Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito ad un progressivo abbandono del disegno a mano e degli strumenti tradizionali a cui è subentrato l’utilizzo di programmi CAD che hanno determinato una distanza tra idea e rappresentazione, imponendo l’apprendimento e l’utilizzo di un interfaccia a discapito dell’immediatezza del gesto grafico: lo strumento è diventato sistema.
Quello che accade per i software di progettazione parametrica come Grasshopper è la sovrapposizione, la coincidenza dello strumento tecnico e del sistema di indagine e sperimentazione teorica. Il momento speculativo e quello progettuale convivono, con potenzialità esaltanti ma con il pericolo di restare intrappolati in un meccanismo intricato, rischiando di rappresentare la complessità piuttosto che risolverla.
.: Come mai hai sentito l'esigenza di scrivere questo manuale (anche se chiamarlo così è estremamente riduttivo)?
Durante le fasi iniziali dell’apprendimento di Grasshopper, ho beneficiato di esperimenti, tutorial, ed altri esempi pubblicati quotidianamente sui siti che gravitano intorno al tema della progettazione parametrica. A fini di studio, mi sono trovato di fronte la necessità di operare, da un lato, una selezione del materiale, dall’altro, di individuare un filo conduttore tra gli argomenti.
Questa operazione ha dato vita, in breve tempo, ad una serie di appunti che ho progressivamente strutturato secondo l’ordine che presenta, oggi, il libro. L’idea, senz’altro ambiziosa, di proporre il mio lavoro ad un editore corrisponde alla volontà di creare una “traccia territoriale” di un fenomeno che è nato e si è evoluto sul web con tutte le conseguenze immaginabili: una su tutte l’invisibilità da parte dell’accademia. L’acquisizione del testo da parte di università e studenti è stato, ed è tuttora, un segnale molto importante.
È superfluo sottolineare il ruolo fondamentale di Le Penseur – una delle realtà editoriali più interessanti del nostro paese – ed il contributo di Fulvio Wirz, lead architect presso lo studio di Zaha Hadid, che ha sintetizzato in maniera brillante, nelle pagine di introduzione, il ruolo e l’influenza della progettazione parametrica nella cultura architettonica contemporanea.
“Architettura Parametrica” intende tracciare una base teorica ed offrire un “metodo”, andando oltre l’analisi dei singoli componenti del programma. Per questo motivo ha la pretesa di non essere “soltanto” un manuale o, perlomeno, di esserlo nella stessa misura in cui Grasshopper può essere considerato “soltanto” un software.
.: A chi è rivolto il tuo testo: "Architettura Parametrica: Introduzione a Grasshopper"?
A tutti coloro che si avvicinano al mondo della progettazione parametrica e sono alla ricerca di uno strumento operativo.
.: Cosa troveremo di nuovo rispetto alla passata edizione?
La nuova edizione del libro presenta un aggiornamento complessivo degli argomenti e delle immagini basato sulle più recenti release di Grasshopper ed introduce strumenti fondamentali, quali l’Image Sampler ed il Path Mapper.
Una novità importante è la trattazione completa del “Data Tree”, ovvero la logica utilizzata da Grasshopper per l’archiviazione e l’accesso ai dati: sicuramente uno degli argomenti più ostici nel percorso di apprendimento, la cui comprensione conduce ad un maggiore controllo del programma. Fino ad oggi l’argomento non è mai stato affrontato in modo organico e con l’adeguata chiarezza.
Infine, non meno importante, un nuovo capitolo interamente dedicato alle superfici poligonali (mesh) con un accenno alle Subdivision Surfaces.
.: Quali sono a tuo avviso le parti più importanti del libro?
Lo sviluppo degli argomenti corrisponde ad un ordine logico e all’apprendimento graduale, pertanto, ritengo non esistano paragrafi o capitoli preferenziali. Ribadisco, comunque, l’importanza dei concetti relativi al Data Tree.
.: Le vendite della prima edizione di “Architettura Parametrica” sono andate più tosto bene, ha avvicinato molte persone a questo mondo ed ora su internet ci sono community (italiane) molto vivaci che gravitano intorno al mondo GH; è segno che qualche cosa si sta muovendo anche in italia?
Il successo del libro e la sua influenza sono un risultato inaspettato e gratificante. Le communities, (realtà precedente alla pubblicazione del libro), rappresentano l’aspetto più sorprendente di questo fenomeno sviluppatosi fuori dai circuiti mainstream, ma destinato ormai a conquistare un’attenzione sempre più grande. Grasshopper ha consentito di creare connessioni ben oltre la sua interfaccia grafica!
Questo accade soprattutto all’estero, ma qualcosa si sta muovendo anche in Italia, dove segnali importanti provengono dalle collaborazioni che nascono sul web per poi svilupparsi territorialmente, dall’organizzazione di workshop e, non ultimo, dal mondo dell’università, in particolare dal Politecnico di Milano che sta attivando corsi di perfezionamento e master post-universitari sui temi della progettazione parametrica. (http://www.tas.polimi.it/ e http://www.tac.polimi.it/).
.: Hai altri progetti editoriali in cantiere?
Ho in mente diversi progetti editoriali, ma la difficoltà nel concretizzarli risiede nella velocità con la quale sta cambiando lo scenario dell’architettura digitale. Sono ispirato dalla volontà di rendere accessibili strumenti tecnici e contenuti teorici, sempre più attuali, che corrispondono all’evoluzione in atto nel mondo dell’architettura e del progetto in genere. Vorrei portare avanti questa idea proponendo nuove pubblicazioni ed una nuova idea di magazine, senza trascurare le possibilità che offre il web (che finora ho utilizzato soltanto come luogo di scambio di informazioni). Il mio veicolo comunicativo preferenziale resta, ad ogni modo, la scrittura, che considero efficace solo quando si è in grado di abbandonare tendenze autocelebrative (e autoreferenziali), guidati dalla volontà di trasmettere realmente qualcosa.
Ringrazio sinceramente Arturo Tedeschi e vi invito senza mezzi termini ad acquistare il suo nuovo libro, non ve ne pentirete.
LINKS:
http://www.lepenseur.it/architetturaparametrica.php
http://www.lepenseur.it/index.php
http://www.arturotedeschi.com/
http://europaconcorsi.com/people/888911805-Arturo-Tedeschi/projects
http://www.grasshopper3d.com/
http://www.rhino3d.com/
http://www.architettoluigimoretti.it/site/it-IT/
sabato 30 ottobre 2010
Full GH Tower
Esperimento per la progettazione di un edificio qualsiasi!
Modificando vari parametri si posso avere infiniti (o quasi) edifici differenti...
L'edificio non è disegnato (almeno non nel senso correntemente utilizzato), non è stata tirata neanche una linea, il tutto è stato compilato in Grasshopper.
Tutto il lavoro di programmazione, rendering, montaggio video ha richiesto meno di una nottata....Efficace, Efficiente, Economico (vedi post precedente L'Architettura Economica).
Attraverso una serie di iterazioni l'algoritmo può produrre soluzioni "inaspettate" ma sempre coerenti.
In alto vedete la "definizione" (vale a dire l'algoritmo) che ha prodotto questo "MultyEdificio".
Modificando vari parametri si posso avere infiniti (o quasi) edifici differenti...
L'edificio non è disegnato (almeno non nel senso correntemente utilizzato), non è stata tirata neanche una linea, il tutto è stato compilato in Grasshopper.
Tutto il lavoro di programmazione, rendering, montaggio video ha richiesto meno di una nottata....Efficace, Efficiente, Economico (vedi post precedente L'Architettura Economica).
Attraverso una serie di iterazioni l'algoritmo può produrre soluzioni "inaspettate" ma sempre coerenti.
In alto vedete la "definizione" (vale a dire l'algoritmo) che ha prodotto questo "MultyEdificio".
giovedì 28 ottobre 2010
Scenografia Multy CUBE
Una nuova Scenografia Digitale.
Questa volta il ballerino/attore interagisce con la scena in base alla sua posizione ed alla sua distanza dalla Quinta.
Vengono generati dei parallelepipedi sul fondale mentre dei cubi di varie dimensioni vengono proiettati verso gli spettatori e ruotati su se stessi (in base ai movimenti del ballerino/attore).
Il tutto dovrebbe funzionare con un sistema di Realtà Aumentata.
mercoledì 20 ottobre 2010
Parametrical generative theater stage design v.2
Un'altro esempio di scenografia parametrico-generativa.
In imput abbiamo le coordinate degli attori/ballerini sul palco, in output dei parallelepipedi su una superficie, che a seconda della posizione degli attori/ballerini cambiano dimensione e colore.
In imput abbiamo le coordinate degli attori/ballerini sul palco, in output dei parallelepipedi su una superficie, che a seconda della posizione degli attori/ballerini cambiano dimensione e colore.
martedì 19 ottobre 2010
Parametrical generative theater stage design
Primissima idea su una scenografia teatrale che utilizza grasshopper.
In imput abbiamo le coordinate degli attori/ballerini sul palco, in output una rete voronoi che forma superfici che cambiano colore a seconda della posizione degli attori/ballerini, quest'ultima viene proiettata su uno schermo trasparente antistante il palco.
In imput abbiamo le coordinate degli attori/ballerini sul palco, in output una rete voronoi che forma superfici che cambiano colore a seconda della posizione degli attori/ballerini, quest'ultima viene proiettata su uno schermo trasparente antistante il palco.
sabato 16 ottobre 2010
Parametric emergency camp BETA
E' più o meno iniziata la mia avventura con la tesi.
Il tema dovrebbe essere un campo d'emergenza parametrico, in grado di evolversi in città oppure una ristrutturazione di un quartiere di case antisismiche costruite dopo il terremoto del 1918 nella Marsica; il tutto naturalmente sostenibile.
Vi propongo questo "Studio preliminare per campi d'emergenza parametrici, disposizione dei moduli abitativi (e non) sul terreno più idoneo a partire dall'immissione di una via principale (BETA)".
Sia ben chiaro, è una modestissima bozza prodotta con mezza nottata di lavoro, non ha la minima presunzione di essere qualcosa di CORRETTO, ma è una semplice sperimentazione; ciò non toglie che accetterò più che volentieri ogni sorta di critica.
La mia idea è quella di sviluppare un algoritmo in grado di velocizzare la progettazione e la realizzazione di campi d'emergenza che abbiano già in embrione una città, atti quindi ad uno sviluppo.
Probabilmente lavorerò su 3 livelli.
Quello che vedete nel filmato è il primo, sistemare sul territorio le unità abitative e (in futuro) quant'altro possa servire, strade, impianti, (embrioni di) piazze, ecc.
Passerò poi a studiare le singole unità abitative in base alla loro localizzazione (sia in micro che in macro scala), cercando di implementare anche uno studio dei materiali e delle tecnologie disponibili a seconda della posizione geografica, del tipo di calamità, terreno ecc.
Per finire l'algoritmo dovrebbe dialogare (in alcuni casi) con macchine CNC (a controllo numerico) che inizieranno immediatamente a preparare i pezzi che andranno assemblati direttamente in loco, oppure iniziare a fare dei computi di massima o chissà cos'altro.
Il tema dovrebbe essere un campo d'emergenza parametrico, in grado di evolversi in città oppure una ristrutturazione di un quartiere di case antisismiche costruite dopo il terremoto del 1918 nella Marsica; il tutto naturalmente sostenibile.
Vi propongo questo "Studio preliminare per campi d'emergenza parametrici, disposizione dei moduli abitativi (e non) sul terreno più idoneo a partire dall'immissione di una via principale (BETA)".
Sia ben chiaro, è una modestissima bozza prodotta con mezza nottata di lavoro, non ha la minima presunzione di essere qualcosa di CORRETTO, ma è una semplice sperimentazione; ciò non toglie che accetterò più che volentieri ogni sorta di critica.
La mia idea è quella di sviluppare un algoritmo in grado di velocizzare la progettazione e la realizzazione di campi d'emergenza che abbiano già in embrione una città, atti quindi ad uno sviluppo.
Probabilmente lavorerò su 3 livelli.
Quello che vedete nel filmato è il primo, sistemare sul territorio le unità abitative e (in futuro) quant'altro possa servire, strade, impianti, (embrioni di) piazze, ecc.
Passerò poi a studiare le singole unità abitative in base alla loro localizzazione (sia in micro che in macro scala), cercando di implementare anche uno studio dei materiali e delle tecnologie disponibili a seconda della posizione geografica, del tipo di calamità, terreno ecc.
Per finire l'algoritmo dovrebbe dialogare (in alcuni casi) con macchine CNC (a controllo numerico) che inizieranno immediatamente a preparare i pezzi che andranno assemblati direttamente in loco, oppure iniziare a fare dei computi di massima o chissà cos'altro.
venerdì 8 ottobre 2010
I grattacielo del medioevo v. 1.5.2
Questo è un modello della Bologna medioevale, con le sue circa 100 torri (delle quali solo pochissime erette per scopi difensivi). La più alta (la torre degli Asinelli) svetta a tutt'oggi sulla città con i suoi 97 metri di altezza (circa 55 volte un uomo di media statura). La vera Manhattan del medioevo.
Image by lorenzog. via Flickr
Shibam e i grattacieli del deserto
Image via Wikipedia
Molti di voi conosceranno questa cittadina dello Yemen, pare sia stata fondata intorno al 300 d.C. e che sia stata capitale di un regno.Oggi con le sue 7000 anime è poco più di una cittadina, ma mantiene il fascino di un tempo, grazie alle sue case torre in terra cruda che superano i 30 metri di altezza,
Grazie a questa tipologia ed alla forte congestione le vie della città sono sempre ombreggiate e con una temperatura media relativamente gradevole.
L'unico problema sono i continui crolli dovuti ai materiali ed alle tecniche costruttive.
LINK
http://www.google.com/images?q=Shibam&um=1&ie=UTF-8&source=og&sa=N&hl=en&tab=wi&biw=1440&bih=771
http://en.wikipedia.org/wiki/Shibam
http://www.360cities.net/image/vr-panorama-shibam-yemen
giovedì 7 ottobre 2010
Paesaggi Antropici v. 2.1
Dal viadotto di Pietrasecca (sull'A-24 Roma-L'Aquila) si può ammirare un paesaggio bellissimo, ma non è niente male neanche il viadotto in se!
Si tratta di un opera potente, severa, quasi violenta nella vallata; un segno dell'uomo che volenti o nolenti sopravviverà più di molti altri.
Fondamentale il rapporto con la luce: al mattino il fondovalle è in ombra e fa distinguere bene le campate che vanno a scomparire con la curva, alla sera le pile vengono tagliate e scheggiate dall'ombra molto drammatica delle 2 carreggiate.
Il paragone con gli acquedotti lasciatici dai Romani mi sembra d'obbligo (quantomeno per impatto visivo ed "immaginifico"), le tracce dell'antropizzazione si apprezzano sempre in ritardo.
Si tratta di un opera potente, severa, quasi violenta nella vallata; un segno dell'uomo che volenti o nolenti sopravviverà più di molti altri.
Fondamentale il rapporto con la luce: al mattino il fondovalle è in ombra e fa distinguere bene le campate che vanno a scomparire con la curva, alla sera le pile vengono tagliate e scheggiate dall'ombra molto drammatica delle 2 carreggiate.
Il paragone con gli acquedotti lasciatici dai Romani mi sembra d'obbligo (quantomeno per impatto visivo ed "immaginifico"), le tracce dell'antropizzazione si apprezzano sempre in ritardo.
mercoledì 6 ottobre 2010
I grattacielo del medioevo (Pacentro - AQ)
Continuiamo ad esplorare le "verticalità" degli antichi borghi italiani, l'uomo ha sempre sognato di volare.
Siamo a Pacentro in Abruzzo, e le torri che vedete dominare il paesino e l'intera collina, sono i resti di un castello risalente al XII sec. (circa).
Anche in questo caso la "vertiginosa" altezza dell'architettura sembra sposarsi bene sia con il borgo medioevale, che con la natura circostante.
giovedì 23 settembre 2010
Nuovi paradigmi spaziali v.1.5.8 (Thomas Heatherwick & co.)
(Image by triplefivedrew via Flickr)
Proseguendo da: http://frustrazioniarchitettoniche.blogspot.com/2010/05/nuovi-paradigmi-spaziali.html e http://frustrazioniarchitettoniche.blogspot.com/2010/06/nuovi-paradigmi-spaziali-v-15.html
Grazie al padiglione britannico dell'expo di Shangai 2010, la "Seed Cathedral", (e ai suoi altri progetti) T. Heatherwick si è guadagnato anche la London Design Medal.
L'ennesimo riconoscimento per un lavoro che pone alla ribalta del grande pubblico il "nuovo paradigma spaziale" (il padiglione è stato anche premiato con il RIBA Lubetkin Prize 2010).
Sono oramai numerosissimi gli esempi di questa nuova "corrente" che sfrutta quella potente protesi della mente che è il computer.
Senza il calcolatore, infatti, sarebbe pressoché impossibile produrre la maggior parte degli edifici oggi in costruzione, vuoi per complessità, vuoi per ragioni di budget.
La novità sta nel fatto di raggiungere complessità formali molto elevate, partendo da "algoritmi" relativamente semplici che regolino tutta la progettazione, mantenendo così una forte coerenza progettuale.
In questo modo va sgretolandosi il "limes" tra interno ed esterno, vanno scomparendo (o meglio fondendosi) elementi architettonici "tradizionali" e si vanno indagando nuove frontiere formali e tecniche (nonché funzionali).
Non mi sembra il caso di schierarsi (favorevoli o contrari), ma di studiare quest'embrione di novità che sicuramente è apparso per un qualche motivo.....quale?
Seguite i link per immagini ed approfondimenti.
LINK:
http://www.heatherwick.com/
http://www.archiportale.com/news/2010/09/risultati/london-design-medal-a-thomas-heatherwick_20027_37.html
http://www.dexigner.com/product/news-g21424.html
http://www.archdaily.com/78972/long-island-house-thomas-phifer-partners/
http://mixexperience.ning.com/?xg_source=badge
http://www.grasshopper3d.com/
martedì 21 settembre 2010
Arcosanti (l'utopia di Paolo Soleri)
Arcosanti è una piccola cittadina (anzi un esperimento urbano, anzi una comunità sostenibile, anzi un luogo di villeggiatura) a circa 100km da Phoenix in Arizzona USA.
Nasce nel 1970 per volontà dell'architetto Torinese Paolo Soleri e di numerosi volontari.
Il concept si fonda sull'ARCOLOGIA (da Architettura ed Ecologia), teoria dello stesso Soleri che mira ad insediamenti urbani estremamente densi, con un basso consumo di suolo, nonchè ad un ritrovato legame con la natura ed il "luogo".
Il progetto iniziale mirava ad un insediamento per 5000 persone, a tutt'oggi gli abitanti sono poco meno si 100.
Resta comunque in continua, lenta evoluzione. L'associazione, che si finanzia vendendo piccoli oggetti prodotti nella stessa Arcosanti, organizza molti workshop (dal costo irrisorio), durante i quali si vive in questa comunità in forte empatia con la natura e si lavora sia ai nuovi progetti da realizzare seguendo l'arcologia, che (soprattutto) come manovalanza per realizzare i suddetti.
Per maggiori informazioni vi rimando ai link alcuni veramente molto interessanti.
http://alefrark.splinder.com/ (blog di una workshopper italiana)
http://www.arcosantialumninetwork.org/
http://www.arcosanti.org/
http://www.arcosanti.org/expArcosanti/workshops/faq/italianFAQ.html
http://culturadelverde.imagelinenetwork.com/progettare-il-verde/viaggio-ad-arcosanti-seconda-puntata-01574.cfm
http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Soleri
http://it.wikipedia.org/wiki/Arcologia
Nasce nel 1970 per volontà dell'architetto Torinese Paolo Soleri e di numerosi volontari.
Il concept si fonda sull'ARCOLOGIA (da Architettura ed Ecologia), teoria dello stesso Soleri che mira ad insediamenti urbani estremamente densi, con un basso consumo di suolo, nonchè ad un ritrovato legame con la natura ed il "luogo".
Il progetto iniziale mirava ad un insediamento per 5000 persone, a tutt'oggi gli abitanti sono poco meno si 100.
Resta comunque in continua, lenta evoluzione. L'associazione, che si finanzia vendendo piccoli oggetti prodotti nella stessa Arcosanti, organizza molti workshop (dal costo irrisorio), durante i quali si vive in questa comunità in forte empatia con la natura e si lavora sia ai nuovi progetti da realizzare seguendo l'arcologia, che (soprattutto) come manovalanza per realizzare i suddetti.
Per maggiori informazioni vi rimando ai link alcuni veramente molto interessanti.
http://www.arcosantialumninetwork.org/
http://www.arcosanti.org/
http://www.arcosanti.org/expArcosanti/workshops/faq/italianFAQ.html
http://culturadelverde.imagelinenetwork.com/progettare-il-verde/viaggio-ad-arcosanti-seconda-puntata-01574.cfm
http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Soleri
http://it.wikipedia.org/wiki/Arcologia
domenica 19 settembre 2010
La caduta delle Torri (di Asian)
Sabato 25 settembre alle ore 17.30 la galleria AX studio (via dei Lentuli 84 ROMA) apre i propri spazi al pubblico con la presentazione de La caduta delle Torri, installazione di Fabio Fornasari, architetto e artista bolognese.
Per maggiori informazioni:
PEJA TransArchitecture
AX Studio
Per maggiori informazioni:
PEJA TransArchitecture
AX Studio
sabato 18 settembre 2010
Per coloro che.... "Il grattacielo deturpa il paesaggio"
Copio e incollo da wikipedia:
"San Gimignano è soprattutto famosa per le circa sedici torri medievali che ancora svettano sul suo panorama, che le hanno valso il soprannome di Manhattan del medioevo. Delle 72 tra torri e case-torri, pesistenti nel periodo d'oro del Comune, ne restavano venticinque nel 1580 ed oggi ne restano circa quattordici ufficiali, con altre scapitozzate intravedibili nel tessuto urbano."
Messa a confronto con la Chicago dei giorni nostri non noto sostanziali differenze.
E c'è in giro chi dice che lo sviluppo in altezza non fa parte della cultura italiana.
venerdì 4 giugno 2010
Nuovi paradigmi spaziali v 1.5
Proseguo dall'ultimo post http://frustrazioniarchitettoniche.blogspot.com/2010/05/nuovi-paradigmi-spaziali.html continuando a calcare la mano sulla Seed Cathedral e sulle affinità con altri esperimenti (vedi quelli di Andrea Foti su http://www.grasshopper3d.com/)
Non credo che la somiglianza formale di alcune architetture recenti sia un caso, ne che dipenda dall'utilizzo di software simili.
Penso sia il risultato di una ricerca nella stessa direzione....lo spazio oltre... oltre cosa non si sa...o quanto meno io non lo so.
Spazio oltre... magari semplicemente oltre lo spazio ... quanto meno al di la di quello razionale.
Un altro esempio risalente al 2003, sempre dell'Heatherwick Studio sembra quasi essere l'embrione di questo spazio non ben definito, non delimitato
http://www.heatherwick.com/sitooterie-ii/
La contrapposizione tra architettura della materia e architettura dello spazio, inizia a sgretolarsi,o a liquefarsi.
L'interno e l'esterno architettonico sono in lotta per prevalere, o per fondersi in un unicum che cambierà l'architettura...(o cercano di smaterializzarsi e rarefarsi?)
E' un vagito oppure un ultimo sussulto?
Direi che anche alcuni degli ultimi lavori di Cucinella vanno in questa direzione...(o almeno ci si ritrovano) ma non saprei dirvi in quale verso (di questa direzione).
http://www.mcarchitects.it/index.php?id=19&projid=115
Progetti dei quali è difficile tracciare contorni definiti, non solo in senso figurativo.
Essendo all'interno del cambiamento riusciamo facilmente a capire COME sta succedendo, il problema è che non abbiamo il necessario distacco per capire COSA sta accadendo.
LINKS
http://apiuda.com/
http://www.digicult.it/
http://www.heatherwick.com/
http://madeincalifornia.blogspot.com/
Non credo che la somiglianza formale di alcune architetture recenti sia un caso, ne che dipenda dall'utilizzo di software simili.
Penso sia il risultato di una ricerca nella stessa direzione....lo spazio oltre... oltre cosa non si sa...o quanto meno io non lo so.
Spazio oltre... magari semplicemente oltre lo spazio ... quanto meno al di la di quello razionale.
Un altro esempio risalente al 2003, sempre dell'Heatherwick Studio sembra quasi essere l'embrione di questo spazio non ben definito, non delimitato
http://www.heatherwick.com/sitooterie-ii/
La contrapposizione tra architettura della materia e architettura dello spazio, inizia a sgretolarsi,o a liquefarsi.
L'interno e l'esterno architettonico sono in lotta per prevalere, o per fondersi in un unicum che cambierà l'architettura...(o cercano di smaterializzarsi e rarefarsi?)
E' un vagito oppure un ultimo sussulto?
Direi che anche alcuni degli ultimi lavori di Cucinella vanno in questa direzione...(o almeno ci si ritrovano) ma non saprei dirvi in quale verso (di questa direzione).
http://www.mcarchitects.it/index.php?id=19&projid=115
Progetti dei quali è difficile tracciare contorni definiti, non solo in senso figurativo.
Essendo all'interno del cambiamento riusciamo facilmente a capire COME sta succedendo, il problema è che non abbiamo il necessario distacco per capire COSA sta accadendo.
LINKS
http://apiuda.com/
http://www.digicult.it/
http://www.heatherwick.com/
http://madeincalifornia.blogspot.com/
sabato 8 maggio 2010
Nuovi paradigmi spaziali
Il padiglione inglese è sicuramente il più interessante dell'Expo 2010, inaugura un cambiamento del paradigma spaziale, che fin dai primi render (diffusi mesi e mesi addietro) ha iniziato a stuzzicare la fantasia di molti architetti.
A dire il vero credo sia semplicemente una presa di coscienza da parte dell'Architettura che "conta", di un mutamento partito anni fa, nato in ambiente virtuale cresciuto con alcuni contest di Sky Scraper City e che si era già palesato in progetti ed edifici più o meno validi.
LINKS
http://www.archdaily.com/58591/uk-pavilion-for-shanghai-world-expo-2010-heatherwick-studio/
http://www.archdaily.com/59174/cultural-center-off-architecture/
http://www.archdaily.com/58651/business-school-and-teaching-complex-fjmt-archimedia/
A dire il vero credo sia semplicemente una presa di coscienza da parte dell'Architettura che "conta", di un mutamento partito anni fa, nato in ambiente virtuale cresciuto con alcuni contest di Sky Scraper City e che si era già palesato in progetti ed edifici più o meno validi.
LINKS
http://www.archdaily.com/58591/uk-pavilion-for-shanghai-world-expo-2010-heatherwick-studio/
http://www.archdaily.com/59174/cultural-center-off-architecture/
http://www.archdaily.com/58651/business-school-and-teaching-complex-fjmt-archimedia/
2030 Caviale e Champagne ad Abu Dhabi
Ve lo immaginereste il PRG (Piano Regolatore Generale) di Roma presentato così?
Questo è il piano di sviluppo di Abu Dhabi, destinazione 2030.
No Comment sul progetto, mi sembra fin troppo (finto) dettagliato a vederlo così,
i lustrini e le paillettes della computer grafica venderebbero frigoriferi agli esquimesi.
Questo è il piano di sviluppo di Abu Dhabi, destinazione 2030.
No Comment sul progetto, mi sembra fin troppo (finto) dettagliato a vederlo così,
i lustrini e le paillettes della computer grafica venderebbero frigoriferi agli esquimesi.
lunedì 29 marzo 2010
Ancora ELEMENTAL
casa elemental tecnopanel from elementalchile on Vimeo.
Le 3E (efficienza, efficacia, economicità) danno sempre buoni frutti, anche in termini di divulgazione.
http://www.elementalchile.cl/wp-content/uploads/2010/03/CASA_ELEMENTAL_TECNOPANEL.pdf
LINKS:
http://www.plataformaarquitectura.cl/2010/03/28/casa-de-emergencia-vivienda-elemental-tecnopanel-mediagua-terremoto/
http://www.elementalchile.cl/viviendas/casa-elemental-tecnopanel/
venerdì 12 marzo 2010
Grassopper now in Italy
Primo manuale in ITALIANO di Grasshopper (il celeberrimo plug in per Rhino).
Chiaro, leggero, essenziale, a basso costo....cosa volete di più?
Un sentito ringraziamento ad Arturo Tedeschi (autore del testo), sicuramente questa breve guida aiuterà molti ad avvicinarsi (in modo facile e veloce) a questo affascinante mondo.
LINKS:
http://www.lepenseur.it/architetturaparametrica.php
http://www.arturotedeschi.com/
http://europaconcorsi.com/people/888911805-Arturo-Tedeschi/projects
http://mixexperience.ning.com/
http://www.grasshopper3d.com/
http://www.rhino3d.com/
Chiaro, leggero, essenziale, a basso costo....cosa volete di più?
Un sentito ringraziamento ad Arturo Tedeschi (autore del testo), sicuramente questa breve guida aiuterà molti ad avvicinarsi (in modo facile e veloce) a questo affascinante mondo.
LINKS:
http://www.lepenseur.it/architetturaparametrica.php
http://www.arturotedeschi.com/
http://europaconcorsi.com/people/888911805-Arturo-Tedeschi/projects
http://mixexperience.ning.com/
http://www.grasshopper3d.com/
http://www.rhino3d.com/
domenica 21 febbraio 2010
I consigli di Nikos
A questo indirizzo http://zeta.math.utsa.edu/~yxk833/consigli.html trovate un breve testo di Nikos Salingaros apparso sul Giornale dell'Architettura n° 81 (Febbraio 2010) dal titolo "Alcuni consigli ad uno studente di Architettura".
Una severa critica a quei "cattivi maestri", da troppo tempo incollati alle loro impolverate cattedre universitarie e che difficilmente riescono ad insegnare agli studenti qualche cosa di utile se non ad avere una santa pazienza.
Links:
http://zeta.math.utsa.edu/~yxk833/
http://zeta.math.utsa.edu/~yxk833/italian.html
Una severa critica a quei "cattivi maestri", da troppo tempo incollati alle loro impolverate cattedre universitarie e che difficilmente riescono ad insegnare agli studenti qualche cosa di utile se non ad avere una santa pazienza.
Links:
http://zeta.math.utsa.edu/~yxk833/
http://zeta.math.utsa.edu/~yxk833/italian.html
venerdì 19 febbraio 2010
L'architettura della terra dei cachi
Appalti truccati, collaudi inventati, raccomandazioni e quant'altro.
In italia (e non solo) funziona così, alzi la mano chi ne è sorpreso.
Chi è caduto dalla seggiola perchè riponeva una fiducia smodata nell'etica deontologica di professori, rettori, architetti, ingegneri e dei tecnici tutti?
Chi pensa ancora che le università (italiane) siano custodi e "dispensatrici" di Sapienza? Oppure che gli innumerevoli organi di controllo assolvano ai loro compiti?
Già, ma ogni volta che si sentono cose del genere torna l'amarezza.
Mentre ci sbattiamo a favore o contro il movimento moderno, masticando morfemi, inventando improbabili giustificazioni teoriche a quei quattro scarabocchi.
Pronti sempre a criticare tutto, ad esaltare il nulla.
C'è chi esulta quando avvengono disastri.
C'è chi li causa quei disastri.
Ecomostri, abusivismo, carenza di servizi, edifici che si sbriciolano, smottamenti, frane e allagamenti; provini di calcestruzzo comprati al mercato.
Pensiamo per un secondo a cose un filino più pragmatiche e veramente utili alla società, altro che volumi puri, architetture "severe" o "dinamiche", giustezza formale e "fesserie" simili.
Semplificando: " Cattiva società = Cattiva architettura".
Scusate lo sfogo
Links:
http://iltempo.ilsole24ore.com/politica/2010/02/17/1127924-telefonate_degli_amici_provveditore_angelo_facci_promuovere_figli.shtml
http://iltempo.ilsole24ore.com/politica/2010/02/18/1128326-santoli_ragazzi_dato_soltanto_consigli.shtml?refresh_ce
giovedì 18 febbraio 2010
Cronoprogrammi 4D
Grazie a questo tipo di programmi si può tenere d'occhio tutto l'iter di costruzione degli edifici, abbattendo considerevolmente i costi dovuti agli inconvenienti ed alle sviste dei progettisti.
L'utilità negli edifici ad alto contenuto tecnologico è ancora maggiore, dandoci la possibilità di conoscere l'esatta posizione di tutti gli impianti.
Non so se vi è mai capitato di guardare oltre il controsoffitto di una struttura ospedaliera.....
Links:
domenica 7 febbraio 2010
Case prefabbricate al MoMA (ma dov'è l'architetto?)
Tutto molto interessante per carità....la casa da vacanza prefabbricata.
Ma l'utilizzo del cellophane come strato di rivestimento della parete perimetrale?
L'ipocrisia dei pannelli fotovoltaici?
La prefabbricazione con componenti uno diverso dall'altro?
La griffe ovunque?
Dubbi su dubbi.....
o dubbi su Dubai?
mercoledì 3 febbraio 2010
Autodesk Project Butterfly, AutoCAD arriva ovunque
Chi è che non odia AutoCAD?
Ebbene, questa volta l'Autodesk ci farà ricredere, o almeno ci proverà.
La nuova applicazione denominata Project Butterfly, proietta quello che oramai è la condicio sine qua non del disegno tecnico (tanto quanto lo erano ai tempi tecnigrafi e grafos) nel mondo di internet (di internet 2 per la precisione, al secolo WEB 2.0)
Finalmente i nostri DWG si libreranno nell'etere come farfalle.
In poche parole attraverso una pagina web, utilizzando un qualsiasi browser, si possono modificare dei files DWG proprio (o quasi [è ancora in fase di sviluppo]) come facciamo con il caro vecchio CAD, con la sostanziale differenza che non serve avere il programma installato sul nostro PC (credo sia una applicazione Java).
Ma questa è solo la punta dell'iceberg, difatti grazie a questo innovativo strumento, la gestione dei files è estremamente più semplice, i vari salvataggi fatti su uno stesso file vengono registrati, quindi non ci saranno più suicidi causati da errate sovrascrizioni (desidera veramente sovrascrivere il file: "progetto_finito.dwg" con questo modello vuoto? SI....NOOOOO);
anche la modalità di revisione sembra estremamente utile ed utilizzabile, ma la vera novità, è la possibilità di lavorare su uno stesso disegno contemporaneamente (avete capito bene) in più persone.
Naturalmente se un file viene modificato in vostra assenza, c'è una funzione che passo passo mostra le modifiche che sono state effettuate nel modello, con tanto di didascalia sulle azioni eseguite dai collaboratori.
Ciliegina sulla torta, al termine della sessione, viene recapitato nella vostra email un report, nel quale sono presenti tutti i messaggi di chat avvenuti durante il lavoro e i modelli sui quali si è lavorato.
Per capirci, tra il vecchio modo di lavorare di gruppo in CAD e quello proposto dal Butterfly, c'è la stessa differenza che c'è tra lo scrivere una e mail e il chattare con l'instant messaging (tipo MSN messenger).
Ammetto che mi ha lasciato spiazzato vedere un'altro puntatore sullo schermo che lavora sul mio stesso modello (disegno).
Non nascondo il mio entusiasmo per questa nuova applicazione, e spero si evolva bene e in fretta.
Uno strumento del quale già da tempo si sentiva il bisogno e che cambierà il modo di lavorare di molti.
Le uniche pecche che ho notato sono: solo comandi base, zoom lento, chat malfunzionante e la vista sul modello identica per tutti i partecipanti; (ma è comunque in continuo aggiornamento) per il resto, non vedo l'ora di vederlo all'opera sul serio.
Vi lascio con un video che sicuramente sarà più esaustivo delle mie righe convulse.
Links correlati:
http://labs.autodesk.com/technologies/butterfly/ (ENG)
http://autodeskbutterfly.wordpress.com/2010/02/01/new-version-up/ (ENG)
http://www.youtube.com/AutodeskButterfly
Ebbene, questa volta l'Autodesk ci farà ricredere, o almeno ci proverà.
La nuova applicazione denominata Project Butterfly, proietta quello che oramai è la condicio sine qua non del disegno tecnico (tanto quanto lo erano ai tempi tecnigrafi e grafos) nel mondo di internet (di internet 2 per la precisione, al secolo WEB 2.0)
Finalmente i nostri DWG si libreranno nell'etere come farfalle.
In poche parole attraverso una pagina web, utilizzando un qualsiasi browser, si possono modificare dei files DWG proprio (o quasi [è ancora in fase di sviluppo]) come facciamo con il caro vecchio CAD, con la sostanziale differenza che non serve avere il programma installato sul nostro PC (credo sia una applicazione Java).
Ma questa è solo la punta dell'iceberg, difatti grazie a questo innovativo strumento, la gestione dei files è estremamente più semplice, i vari salvataggi fatti su uno stesso file vengono registrati, quindi non ci saranno più suicidi causati da errate sovrascrizioni (desidera veramente sovrascrivere il file: "progetto_finito.dwg" con questo modello vuoto? SI....NOOOOO);
anche la modalità di revisione sembra estremamente utile ed utilizzabile, ma la vera novità, è la possibilità di lavorare su uno stesso disegno contemporaneamente (avete capito bene) in più persone.
Naturalmente se un file viene modificato in vostra assenza, c'è una funzione che passo passo mostra le modifiche che sono state effettuate nel modello, con tanto di didascalia sulle azioni eseguite dai collaboratori.
Ciliegina sulla torta, al termine della sessione, viene recapitato nella vostra email un report, nel quale sono presenti tutti i messaggi di chat avvenuti durante il lavoro e i modelli sui quali si è lavorato.
Per capirci, tra il vecchio modo di lavorare di gruppo in CAD e quello proposto dal Butterfly, c'è la stessa differenza che c'è tra lo scrivere una e mail e il chattare con l'instant messaging (tipo MSN messenger).
Ammetto che mi ha lasciato spiazzato vedere un'altro puntatore sullo schermo che lavora sul mio stesso modello (disegno).
Non nascondo il mio entusiasmo per questa nuova applicazione, e spero si evolva bene e in fretta.
Uno strumento del quale già da tempo si sentiva il bisogno e che cambierà il modo di lavorare di molti.
Le uniche pecche che ho notato sono: solo comandi base, zoom lento, chat malfunzionante e la vista sul modello identica per tutti i partecipanti; (ma è comunque in continuo aggiornamento) per il resto, non vedo l'ora di vederlo all'opera sul serio.
Vi lascio con un video che sicuramente sarà più esaustivo delle mie righe convulse.
Links correlati:
http://labs.autodesk.com/technologies/butterfly/ (ENG)
http://autodeskbutterfly.wordpress.com/2010/02/01/new-version-up/ (ENG)
http://www.youtube.com/AutodeskButterfly
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