domenica 20 dicembre 2009
Matita V.S. Mouse v.2.0.1
L'immagine che vedete è frutto dell'ennesima riflessione sull'importanza delle nuove tecniche di disegno e di progettazione.
Nella parte sinistra vediamo un progettista, che riporta l'idea, presente nella sua mente, su un foglio per mezzo del movimento sullo stesso di una matita.
Questa azione provoca la creazione di una realtà altra (virtuale) in cui l'immagine mentale di una persona, si solidifica e si rende conoscibile anche ad altri capaci di interpretare la simbologia usata.
Ogni azione sul foglio, provoca una modificazione locale di questa realtà virtuale creatasi, per esempio disegnando più linee si può palesare quello che alcuni riconoscono come una finestra.
Nella parte destra vediamo invece un programmatore/progettista che dopo aver opportunamente "istruito" il proprio computer per mezzo di programmi e macro, attraverso l'inserimento di un input da mouse (o tastiera), riporta l' idea, presente nella propria mente, su una realtà virtuale informatica.
L'input del progettista però, viene rielaborato dal computer a seconda di come è stato precedentemente programmato, restituendo quindi una realtà differente da quella che ci si aspetterebbe e che a volte è inattesa persino per l'operatore.
Il concetto è un po' difficile da esprimere, ma il succo è questo:
Con il disegno tradizionale (a matita), utilizzando una protesi artificiale comunicativa quale la grafite, su un'altra protesi artificiale dell'immaginazione cioè il foglio, riusciamo ad esprimere le nostre idee ed a migliorarle attraverso diversi input dati dai segni che lasciamo sulla carta.
Con il disegno(/progettazione) informatico utilizziamo il computer quale protesi di quasi tutta la mente, riuscendo quindi ad interagire con le nostre idee ed avendo per un singolo input (potenzialmente) infinite trasformazioni del nostro modello.
Trasformazioni non casuali, ma prestabilite dalla nostra precedente programmazione.
Ad esempio per la progettazione di un garage, potrebbe bastare inserire pochi dati quale il contesto sul quale posizionarlo, il tipo di veicolo da custodire ed altre specifiche date dal committente per ottenere dalla computazione informatica immediatamente un organismo architettonico valido (con tanto di eventuale risoluzione di ponti termici ahaha).
Fino ad oggi si è relegato uno strumento potente come il computer a mero disegnatore, evoluzione di quello che era il tecnigrafo, i programmi CAD vengono utilizzati semplicemente per economizzare un lavoro che potrebbe benissimo essere fatto a mano da un operatore lobotomizzato.
Il futuro della progettazione architettonica sta nell'eliminazione di ogni pensiero e movimento assimilabile al disegno, per trasformare la progettazione in assoluta programmazione.
Il computer deve essere visto come un allievo che opportunamente istruito non diventa un supporto alla progettazione, ma progettazione stessa.
Se qualcuno dovesse pensare che ciò annulli "l'architetto" sbaglierebbe, ci sarà sempre bisogno di un Architetto programmatore, di un Architetto che sappia rilevare la realtà vera e riportarla sotto forma di input nella realtà virtuale (che anche con i metodi tradizionali è la parte più importante dell'Architettura) e di uno che verifichi i risultati di questo processo.
Quest'evoluzione si chiama Architettura Algoritmica (parametrica) Generativa (o genetica), proprio perchè la nostra idea attraverso algoritmi di calcolo si genera, si modifica e si evolve al di la della possibilità umana grazie all'aiuto del computer, protesi della mente e non del braccio.
Questa consapevolezza e questa sicurezza nell'informatica sono arrivate improvvise, grazie credo alla recente letture di Eisenman Digitale (edito da Testo&Immagine), un libro vecchio di 10 anni e la scoperta dei RhinoScripts (e del Grasshopper) per il famoso programma di modellazione Rhinoceros.
Non so se sono riuscito ad essere chiaro, mi farò aiutare dal video seguente:
links:
(Grasshopper - Rhinoscripting)
http://www.grasshopper3d.com/
http://crtl-i.com/blog/category/grasshopper-explicit-history/
http://btlb.blogspot.com/
http://liquidtectonics.blogspot.com/
(Altro)
http://www.cstem.it/2006/generative_ars.php
http://www.cstem.it/index_i.php
http://scriptinarnasco.blogspot.com/
http://madeincalifornia.blogspot.com/
domenica 13 dicembre 2009
Carta igenica o Traveller's Cheque? v.2.0.1
Mi tocca tornare su un'argomento trattato più di un'anno fa, quello sul mio difficile rapporto con le riviste di Architettura, ricordate?
Per chi non avesse letto il post (ma sono sicuro che tutti l'abbiate fatto hahaha) eccovi il link http://frustrazioniarchitettoniche.blogspot.com/2008/10/carta-igenica-o-travellers-cheque.html .
Da quel giorno ho comperato si e no 3 riviste, e me ne sono pentito.
Nel frattempo i vari Blog in materia sono diventati sempre di più e sempre migliori, basta scorrere tra i link da me consigliati (nella colonna a destra).
La prima differenza che balza all'occhio, tra blog e carta stampata, è quella della lunghezza degli articoli, i blog sono decisamente più ermetici, anche perchè se un redattore di una rivista si trova a recensire una o due architetture al mese, per i blogger si tratta (a volte) di uno o due edifici al giorno!
Questo a scapito della descrizione dell'edificio e della critica su quest'ultimo, affidate al lettore.
Poco male!
Gli articoli dei blog sono spesso correlati da numerose immagini e link, mentre (come dicono in molti) la critica architettonica è morta.
Come disse Bruno Zevi:"A cosa serve una critica che non critica?".
Fatto sta che, chi più e chi meno, tutte le riviste se la stanno passando male, oramai per tenersi a galla si sono riempite le pagine di pubblicità, tanto che sembrano più incentrate sulla grafica pubblicitaria che sull'architettura.
Non possono reggere la concorrenza dei blog, delle e-zine e simili, che hanno costi di pubblicazione infinitamente più leggeri e la possibilità di essere gratuite.
In tutto ciò che ti succede?
Succede che Costruire in Laterizio, viene resa disponibile sul web in PDF http://www.laterizio.it/index.php?option=com_content&view=article&id=396&Itemid=204 .
Non solo, oltre ad essere gratuita (compresi gli arretrati), non vi è presenza di pubblicità!
Ciò è possibile in quanto la lobby del laterizio è forte, e la rivista è di per se una pubblicità al loro settore.
Di sicuro è una risorsa in più, gratuita, che non fa mai male.
Ora, il problema diventa la sovrabbondanza di informazioni, a volte con fonti discutibili.
Mai cadere nell'errore di dare per vero tutto ciò che si legge su internet (questo blog non fa eccezione), cercare sempre conferme.
Almeno fino a quando non si stabilizzerà il fenomeno blog, dandoci testate "certificate" delle quali fidarsi ciecamente.
Per chi non avesse letto il post (ma sono sicuro che tutti l'abbiate fatto hahaha) eccovi il link http://frustrazioniarchitettoniche.blogspot.com/2008/10/carta-igenica-o-travellers-cheque.html .
Da quel giorno ho comperato si e no 3 riviste, e me ne sono pentito.
Nel frattempo i vari Blog in materia sono diventati sempre di più e sempre migliori, basta scorrere tra i link da me consigliati (nella colonna a destra).
La prima differenza che balza all'occhio, tra blog e carta stampata, è quella della lunghezza degli articoli, i blog sono decisamente più ermetici, anche perchè se un redattore di una rivista si trova a recensire una o due architetture al mese, per i blogger si tratta (a volte) di uno o due edifici al giorno!
Questo a scapito della descrizione dell'edificio e della critica su quest'ultimo, affidate al lettore.
Poco male!
Gli articoli dei blog sono spesso correlati da numerose immagini e link, mentre (come dicono in molti) la critica architettonica è morta.
Come disse Bruno Zevi:"A cosa serve una critica che non critica?".
Fatto sta che, chi più e chi meno, tutte le riviste se la stanno passando male, oramai per tenersi a galla si sono riempite le pagine di pubblicità, tanto che sembrano più incentrate sulla grafica pubblicitaria che sull'architettura.
Non possono reggere la concorrenza dei blog, delle e-zine e simili, che hanno costi di pubblicazione infinitamente più leggeri e la possibilità di essere gratuite.
In tutto ciò che ti succede?
Succede che Costruire in Laterizio, viene resa disponibile sul web in PDF http://www.laterizio.it/index.php?option=com_content&view=article&id=396&Itemid=204 .
Non solo, oltre ad essere gratuita (compresi gli arretrati), non vi è presenza di pubblicità!
Ciò è possibile in quanto la lobby del laterizio è forte, e la rivista è di per se una pubblicità al loro settore.
Di sicuro è una risorsa in più, gratuita, che non fa mai male.
Ora, il problema diventa la sovrabbondanza di informazioni, a volte con fonti discutibili.
Mai cadere nell'errore di dare per vero tutto ciò che si legge su internet (questo blog non fa eccezione), cercare sempre conferme.
Almeno fino a quando non si stabilizzerà il fenomeno blog, dandoci testate "certificate" delle quali fidarsi ciecamente.
giovedì 3 dicembre 2009
Quando la gente non soffre la fame, perde tempo in tante stronzate (Domo)
marchetto scrive:
be', ma non metti un nuovo post??
Dai su, impegnati...
la lavatrice comincia ad essere fuori moda
MaurizioArturo scrive:
hahaha
vero c'ho anche altre 2 foto di quel grande catalizzatore architettonico che è la lavatrice
stavo pensando a una frase di Purini che secondo me non è male
marchetto scrive:
dimmi dimmi...
MaurizioArturo scrive:
dice tipo che le domande sull'architettura sono molto utili per chi risponde,
perchè ogni volta che rispondi ad una domanda sull'architettura capisci un po' più di te stesso
che non mi sembra affatto sbagliato
marchetto scrive:
assolutamente no,ed aggiungerei che le domande vanno fatte a voce alta
non solo pensate come fanno in molti
io me so letto mezzo junk space
è spettacolare
smuove i pensieri
MaurizioArturo scrive:
come fa sempre koolhaas
marchetto scrive:
io invece stavo pensando ad una frase geniale di Renzo Piano
"Quello dell'architetto è un mestiere così delicato e pericoloso non solo per chi lo pratica ma anche, direi soprattutto, per gli altri"
MaurizioArturo scrive:
non la conoscevo sai
marchetto scrive:
Potrebbe sembrare scontata, ma in realtà non lo è perchè effettivamente mette in evidenza quanta responsabilità ci spetta
spesso relatà difficili di interi quartieri e quindi di alcune parti della società sono macchiate dalla nascita,proprio a causa del contesto in cui vivono, mi viene in mente Scampia, o il gregottiano-puriniano Zen
sono fallimenti colossali che credo andrebbero puniti, perchè quotidianamente incidono sulla vita e sulla cattiva educazione di migliaia di persone
MaurizioArturo scrive:
bè però non è solo colpa degli architetti
marchetto scrive:
sicuramente no, ma la fetta di colpa che abbiamo è abbondante
almeno a parer mio
MaurizioArturo scrive:
neanche troppo del progetto (che non è solo figlio degli architetti).
Comunque l'edilizia residenziale del 70/80 è stata tutta un fallimento (a differenza della disco-music)
ma non è mai stata realizzata secondo il progetto, più tosto secondo parametri speculativi
marchetto scrive:
sicuramente hanno inciso fortemente, ma credo che in taluni casi non si siano battuti a dovere affinchè cio nn succedesse,
questo si nota da quando questi personaggi riparlano del progetto e continuano a dire che ha delle forti potenzialità,
secondo me in certe circostanze bisognerebbe ammettere l'errore
MaurizioArturo scrive:
già
proprio sta mattina pensavo che il problema è l'astrazione del contesto, a questi progetti avulsi dal luogo di costruzione.
il problema è che se prima il dibattito architettonico era limitato dai sistemi di comunicazione (non parlo della trattatistica, ma del discutere come stiamo facendo noi ora), quindi era legato al massimo a qualche corrispondenza, ora si parla con gente all'altro capo del mondo come se si stesse seduti allo stesso tavolino in un bar
e credo che l'architettura è quella che ne ha subito di più le conseguenze
marchetto scrive:
si, concordo
MaurizioArturo scrive:
portando in luoghi dove questa smaterializzazione delle distanze non c'è, questo nuovo status di comunicazione
marchetto scrive:
hai perfettamente ragione
MaurizioArturo scrive:
e quindi è sempre più facile sbagliare
marchetto scrive:
si perchè il dialogo vero è quello faccia a faccia in cui ci si parla anche attraverso gli sguardi, i gesti quello che viene chiaamto da Madonna "body language", internet annulla tutto questo, tende all'isolamento, la famosa "rete" finisce per essere una trappola piu che una connessione
MaurizioArturo scrive:
si ma c'è anche la webcam, o gli avatar di second life
hahaah
marchetto scrive:
haahhaha
hai ragione, e che ancora li conosco poco
nn ci avevo pensato
MaurizioArturo scrive:
è un problema di differenti modalità di comunicazione
c'è chi si affida al sistema vocale/gestuale, chi sta sel sistema epistolare/trattatistico, e chi sta su un'altro piano, quello virtuale
marchetto scrive:
si, e dunque di capirsi e quindi di produrre soluzioni vere, reali, calzanti con il contesto e lo spirito del luogo
MaurizioArturo scrive:
ma anche con lo spirito delle persone
marchetto scrive:
gia
MaurizioArturo scrive:
a questo punto sembra che il problema sia la differenza di raggio della comunicazione
marchetto scrive:
forse piu che il problema un problema
MaurizioArturo scrive:
si si infatti
il rischio assolutista è sempre dietro l'angolo
forse se fosse più omogenea questa cosa, i progetti non sarebbero così avulsi dal contesto
marchetto scrive:
di certo sarebbero migliori, ma un altra fetta del problema credo sia la non bontà del metodo progettuale...
be', ma non metti un nuovo post??
Dai su, impegnati...
la lavatrice comincia ad essere fuori moda
MaurizioArturo scrive:
hahaha
vero c'ho anche altre 2 foto di quel grande catalizzatore architettonico che è la lavatrice
stavo pensando a una frase di Purini che secondo me non è male
marchetto scrive:
dimmi dimmi...
MaurizioArturo scrive:
dice tipo che le domande sull'architettura sono molto utili per chi risponde,
perchè ogni volta che rispondi ad una domanda sull'architettura capisci un po' più di te stesso
che non mi sembra affatto sbagliato
marchetto scrive:
assolutamente no,ed aggiungerei che le domande vanno fatte a voce alta
non solo pensate come fanno in molti
io me so letto mezzo junk space
è spettacolare
smuove i pensieri
MaurizioArturo scrive:
come fa sempre koolhaas
marchetto scrive:
io invece stavo pensando ad una frase geniale di Renzo Piano
"Quello dell'architetto è un mestiere così delicato e pericoloso non solo per chi lo pratica ma anche, direi soprattutto, per gli altri"
MaurizioArturo scrive:
non la conoscevo sai
marchetto scrive:
Potrebbe sembrare scontata, ma in realtà non lo è perchè effettivamente mette in evidenza quanta responsabilità ci spetta
spesso relatà difficili di interi quartieri e quindi di alcune parti della società sono macchiate dalla nascita,proprio a causa del contesto in cui vivono, mi viene in mente Scampia, o il gregottiano-puriniano Zen
sono fallimenti colossali che credo andrebbero puniti, perchè quotidianamente incidono sulla vita e sulla cattiva educazione di migliaia di persone
MaurizioArturo scrive:
bè però non è solo colpa degli architetti
marchetto scrive:
sicuramente no, ma la fetta di colpa che abbiamo è abbondante
almeno a parer mio
MaurizioArturo scrive:
neanche troppo del progetto (che non è solo figlio degli architetti).
Comunque l'edilizia residenziale del 70/80 è stata tutta un fallimento (a differenza della disco-music)
ma non è mai stata realizzata secondo il progetto, più tosto secondo parametri speculativi
marchetto scrive:
sicuramente hanno inciso fortemente, ma credo che in taluni casi non si siano battuti a dovere affinchè cio nn succedesse,
questo si nota da quando questi personaggi riparlano del progetto e continuano a dire che ha delle forti potenzialità,
secondo me in certe circostanze bisognerebbe ammettere l'errore
MaurizioArturo scrive:
già
proprio sta mattina pensavo che il problema è l'astrazione del contesto, a questi progetti avulsi dal luogo di costruzione.
il problema è che se prima il dibattito architettonico era limitato dai sistemi di comunicazione (non parlo della trattatistica, ma del discutere come stiamo facendo noi ora), quindi era legato al massimo a qualche corrispondenza, ora si parla con gente all'altro capo del mondo come se si stesse seduti allo stesso tavolino in un bar
e credo che l'architettura è quella che ne ha subito di più le conseguenze
marchetto scrive:
si, concordo
MaurizioArturo scrive:
portando in luoghi dove questa smaterializzazione delle distanze non c'è, questo nuovo status di comunicazione
marchetto scrive:
hai perfettamente ragione
MaurizioArturo scrive:
e quindi è sempre più facile sbagliare
marchetto scrive:
si perchè il dialogo vero è quello faccia a faccia in cui ci si parla anche attraverso gli sguardi, i gesti quello che viene chiaamto da Madonna "body language", internet annulla tutto questo, tende all'isolamento, la famosa "rete" finisce per essere una trappola piu che una connessione
MaurizioArturo scrive:
si ma c'è anche la webcam, o gli avatar di second life
hahaah
marchetto scrive:
haahhaha
hai ragione, e che ancora li conosco poco
nn ci avevo pensato
MaurizioArturo scrive:
è un problema di differenti modalità di comunicazione
c'è chi si affida al sistema vocale/gestuale, chi sta sel sistema epistolare/trattatistico, e chi sta su un'altro piano, quello virtuale
marchetto scrive:
si, e dunque di capirsi e quindi di produrre soluzioni vere, reali, calzanti con il contesto e lo spirito del luogo
MaurizioArturo scrive:
ma anche con lo spirito delle persone
marchetto scrive:
gia
MaurizioArturo scrive:
a questo punto sembra che il problema sia la differenza di raggio della comunicazione
marchetto scrive:
forse piu che il problema un problema
MaurizioArturo scrive:
si si infatti
il rischio assolutista è sempre dietro l'angolo
forse se fosse più omogenea questa cosa, i progetti non sarebbero così avulsi dal contesto
marchetto scrive:
di certo sarebbero migliori, ma un altra fetta del problema credo sia la non bontà del metodo progettuale...
ma questa è un'altra storia che richiede un'altra chiacchierata
sabato 21 novembre 2009
Abusi su Abusi
Ricevo e vi giro un'email nel carissimo MARKETTO:
Caro maurizio ARTURO, giocando con le idee è venuto fuori questo.
Un po estremizzato certo, ma rispecchia forse la situazione odierna: abusi su abusi!
Il nostro terreno sta diventando immondizia pieno di rifiuti tossici o quando va bene ingombranti.
E sopra questi primi abusi noi cosa pensiamo bene di fare??
Ulteriori abusi...ovviamente!
L'aspetto rilevante di tutto ciò e che a parer mio non si deve più parlare di abusi edilizi, ma di " abusi di incoscienza".
Si perchè in noi giovani che siamo il presente ed il futuro prossimo, le coscienze sono ferme e le incoscienze sono in continuo movimento.
Bene se è vero che le rivoluzioni muovono le coscienze, credo spetti a tutti noi essere più rivoluzionari!
Un abbraccio
Marketto
Non posso che ringraziare, ed allinearmi con il pensiero di Marketto.
Stiamo freschi a parlare di Architettura, Luoghi, Proporzioni ed Emozioni.
Sempre pronti a criticare il tono di grigio e la grana dell'intonaco, spesso ci sfugge il motivo ultimo dell'architettura: migliorare l'habitat dell'uomo (e non peggiorarlo).
.
(Abusi su Abusi - MARKETTO)
Caro maurizio ARTURO, giocando con le idee è venuto fuori questo.
Un po estremizzato certo, ma rispecchia forse la situazione odierna: abusi su abusi!
Il nostro terreno sta diventando immondizia pieno di rifiuti tossici o quando va bene ingombranti.
E sopra questi primi abusi noi cosa pensiamo bene di fare??
Ulteriori abusi...ovviamente!
L'aspetto rilevante di tutto ciò e che a parer mio non si deve più parlare di abusi edilizi, ma di " abusi di incoscienza".
Si perchè in noi giovani che siamo il presente ed il futuro prossimo, le coscienze sono ferme e le incoscienze sono in continuo movimento.
Bene se è vero che le rivoluzioni muovono le coscienze, credo spetti a tutti noi essere più rivoluzionari!
Un abbraccio
Marketto
Non posso che ringraziare, ed allinearmi con il pensiero di Marketto.
Stiamo freschi a parlare di Architettura, Luoghi, Proporzioni ed Emozioni.
Sempre pronti a criticare il tono di grigio e la grana dell'intonaco, spesso ci sfugge il motivo ultimo dell'architettura: migliorare l'habitat dell'uomo (e non peggiorarlo).
.
giovedì 19 novembre 2009
Architettura a Valle Giulia v.2.0
(Città sulla Lavatrice)
Profezie
Stratificazioni
Potere dell'architettura
Città in scala 1:200 nella città in scala 1:1
Immaginate il mio stupore questa mattina nel vedere l'evoluzione.
Il frutto di qualche revisione andata male con il prof. Petreschi, ha trasformato degli anonimi blocchi di calcare, in un brano di città.
Si tratta del progetto di un teatro e di un museo, da integrare con una preesistenza, un granaio (il "capannone" con tetto a spioventi a destra) risalente alla prima metà del '900, sito a Latina (o Aprilia).
Un po' malconcio certo, ma dialoga benissimo con i volumi di travertino.
giovedì 12 novembre 2009
Architettura a Valle Giulia
(Architettura sulla Lavatrice)
Nella facoltà di Architettura di Roma, Valle Giulia, è un po' di tempo che si usano nuovi ed efficacissimi metodi d'insegnamento.
Studiando bene l'edificio che ospita la facoltà (più che altro le parti modificate di recente) è facile imparare come NON si progetta!
Il blocco di travertino nella foto era stato posto in opera meno di 4 anni fa, a coronamento dell'aula detta "LAVATRICE" (in virtù dell'enorme oblò tramite il quale prende luce) che ospita di tanto in tanto mostre e che più spesso ancora a causa dell'improbabile sistema di smaltimento delle acque meteoriche allaga la zone di cortile coperta (o ti bagni la testa o i piedi.........il nuovo che allaga il vecchio...questa si che è arte)Come mai i nostri professori perdono lezioni su lezioni a criticare chiunque, quando basterebbe guardarsi un po' attorno e criticare anche i loro vicinissimi e rispettabilissimi colleghi?
La foto che vi mostro è solo uno dei numerosi casi riscontrabili nella più antica (vecchia) scuola d'architettura d'Italia, l'ho scattata proprio questa mattina....."La cattiva architettura come le lumache vine fuori quando piove"
Certo è che quel blocco di travertino, con quell'involucro di caffè in copertura, in molti laboratori potrebbe essere considerato un plastico in scala 1:200 di un progetto da 30 e lode.
venerdì 6 novembre 2009
Conferenza a Valle Giulia di Nikos Salingaros
Premetto di essere affascinato dalla progettazione Parametrica e da quella Algoritmica.
Non saprei dirvi esattamente cosa è stato detto, si è parlato di trovare una gerarchia delle scale attraverso la serie di Fibonacci, di frattali, ecc.
Però so che ho ascoltato un uomo venuto da lontano (vestito da televenditore) per esporre (vendere) una sua teoria suffragata da studi (più interessanti della teoria stessa).
So che non è stata una conferenza brillante, ma di sicuro più interessante di molte altre in cui si è parlato di aria fritta rivangando sempre il solito arido solco.
E so che al momento delle domande si è preferito far parlare i facoltosi professori di Valle Giulia, che prima di porre le domande (incomprensibili secondo l'ospite e non lo biasimo), si sono prodigati per far comprendere ai presenti la loro immensa cultura, le loro teorie "innovativissime" o hanno eseguito virtuosi voli pindarici.
Poi un'altro intervento: "questa conferenza dimostra che l'università italiana è anni luce davanti a quella americana" (statunitense n.d.r.).
Auto-esaltazione di un'istituzione agonizzante? (sicuramente di una chiusa in se stessa), seguito da quello di G. Muratore che in romanesco (bonariamente a dir suo) all'ormai sgradito ospite spiattella una cosa molto simile al:"ma che cazzo stai a dì?" o "dici solo cazzate", almeno questo è quello che ho inteso.
In seguito hanno cercato di buttarla sul piano politico, ma il matematico (improvvisato architetto) si è svincolato.
So che ho visto un corpo docente chiuso nel suo "enorme" sapere, impermeabile, refrattario.
Per la maggior parte del tempo Salingaros ha parlato di cose note ai più (speso note per merito suo, bisogna dirlo), e ha esposto i risultati delle sue ricerche sulla forma e sullo spazio, ricerche un minimo documentate (è comunque uno scienziato di fama mondiale).
Invece di dibattere sulla teoria o sulle ricerche, si è preferito attaccarlo senza spiegare ad un pubblico sbigottito perchè l'ospite tanto atteso avesse torto marcio.
Dal mio punto di vista Salingaros cerca di vendere una teoria modello IKEA, che permetterebbe anche ai meno dotati di non far danni con i loro progetti (e non promette verità assolute).
E' una teoria che risponde all'esigenza palese, ad una mancanza di metodo nell'architettura contemporanea, promette di dare un senso alle cose, un barlume di luce.
Un po' quello che fa(ceva) la chiesa.
L'architetto, come l'uomo, ha bisogno di certezze, è più facile vivere (o progettare) con il foglio delle istruzioni (o almeno delle linee guida fanno sempre comodo).
P.S. Non vorrei che a scatenare il tutto sia stato il disprezzo da parte di Salingaros per Le Corbousier e per Mies.
P.P.S. Le Corbusier con il Modulor non fece una cosa molto diversa, promise un metodo.
E' bello sapere ogni giorno meno della materia che si studia ogni giorno di più....NO
(umorismo made in U.S.A.)
links:
http://zeta.math.utsa.edu/~yxk833/
http://archiwatch.wordpress.com/2009/11/05/nikos-frattali-e-puntarelle/
giovedì 29 ottobre 2009
II° Lezione con Purini
Dopo aver fatto parlare quasi esclusivamente i suoi studenti, è finalmente Purini a salire in cattedra.
In seguito a numerose riflessioni su che cos'è il Comporre (vi rimando al link del corso con le definizioni di alcuni studenti), il professore fa una digressione su quali sono i modi del comporre.
Sono 3:
Modo Sintattico: Mettere assieme elementi fondendoli in una sorta di unità
Modo Paratattico: Accostare elementi, salvaguardando la loro individualità
Modo Casuale: Unione dei due modi suddetti in maniera empirica
Mentre i Tipi di composizione sono 2:
Composizione Lineare: Logica addizione di elementi semplici
Composizione Vorticosa: Cozzare di frammenti in tumulto
Il comporre può essere ancora suddiviso in 2 categorie:
Comporre come a-priori: Prevedere già l'esito, (a grandi linee)
Comporre come a-posteriori: Senza sapere quale sarà il risultato finale
L'architettura deve essere Totalità e Unità.
La Composizione deve essere Essenziale (non minimalista), Necessità Reciproca, Finalità (per Purini la finalità è spirituale, l'uomo trasferisce il desiderio di immortalità nelle sue creazioni).
.
martedì 27 ottobre 2009
Workshop Pescara: Metro_Borghi
Pescara apre le porte alla sua storia.
Quella che ho sempre considerato la città dell'amnesia storica, la città generica (in senso Koolhaassiano) italiana, finalmente si volta al suo passato.
Pescara è una città giovane (nata nel 1927), figlia dell'impeto moderno e modellata, tra gli altri, da maestri come Bruno Zevi e Luigi Piccinato (con la stesura di un P.R.G. nel 1956).
"Metropoli piccola" per Giuseppe Barbieri, fin dalla sua nascita è stata ricca di vitalità, proiettata al futuro e senza remore per ciò che si lasciava alle spalle.
Assolutamente interessante il suo distacco da quello che sono le altre realtà abruzzesi, radicate nella tradizione, la cinica Pescara potrebbe benissimo trovarsi in Nord America o in Asia.
Negli ultimi anni ho notato un rinnovato fervore culturale, il desiderio di essere protagonista dell'Adriatico.
Ecco infatti che compaiono iniziative come questa: un Workshop teso a ritrovare le radici storico-emozionali di questa terra (attraverso il recupero e la riqualificazione di due aree storiche fortemente compromesse del tessuto urbano pescarese).
Ad organizzarlo è il C.A.P. (Comitato Abruzzese del Paesaggio), che come si evince dal nome è un'associazione che promuove la cura e la tutela del paesaggio (ma senza fondamentalismo naturalista o conservatorista).
Il workshop avrà luogo dal 24 al 27 Novembre 2009 (le iscrizioni scadono l'8 Novembre) presso l'EX-AURUM di Pescara.
Per maggiori informazioni (sull'associazione e sul Workshop) visitate il loro sito web http://www.comitatoabruzzesedelpaesaggio.com/
sabato 24 ottobre 2009
I° Lezione con Purini
Cercherò di riportare nel modo più fedele possibile quanto detto (non si capiva molto dal mio posto).
L'aula è gremita (siamo più di 140 studenti) e trovo posto solo a cavallo dell'uscita d'emergenza, non sono ne dentro ne fuori.
La prima lezione del laboratorio di sintesi finale inizia con un'ospite, Giuseppe Pullara, giornalista de Il Corriere della Sera che si occupa di architettura (e soprattutto dell'architettura di Roma).
Pullara, di ritorno da un viaggio nelle capitali dell'Est Europa, sostiene che Roma sia la città più buia d'occidente, con un'illuminazione notturna insufficiente e con la metropolitana più brutta del mondo (paragonata non solo a quelle di Mosca, di Londra e di Caracas, ma anche di Kiev, Varsavia, ecc.).
La metro della capitale è sporca, buia e claustrofobica (oltre che sottodimensionata), sembra ispirata alle catacombe.
Purini rilancia asserendo che il problema principale di questa infrastruttura sono i materiali (si sporcano troppo) e la claustrofobia provocata dagli spazi angusti.
Continua poi dicendo che nei films americani c'è sempre una scena in metropolitana, perchè è uno spazio vivo nell'immaginario collettivo (come anche i bagni pubblici).
Pullara accusa poi di provincialismo culturale Roma, che seppur ricca di basi storiche e non, fisiche e non, scarseggia di personalità di spicco, in grado poi di raccontare la città (come hanno fatto Pasolini e Fellini).
Si passa allora a parlare delle recenti architetture romane come il MAXXI, l'Auditorium e l'Ara Pacis.
Secondo Purini è come se il mondo dicesse a Roma "te sei la città del tempo fermo, non puoi essere moderna".
"Roma è moderna, ma di contrabbando".
Però "è migliore delle altre città, perchè città dell'autentico, compete quindi con Atene e con Il Cairo".
Purini critica poi il MAXXI in quanto (seppur con una veste moderna) non è riuscito a reinventare la macchina museale (è comunque una galleria con quadri appesi); e ritiene che le architetture moderne a Roma si amalgamino troppo bene con il contesto per risultare veramente nuove, per Pullara invece è estremamente importante (il MAXXI) semplicemente perchè a Roma mai nessuna donna aveva progettato un segno urbano tanto importante, quindi esprime voglia di cambiamento e di novità.
Ho cercato di comprimere al massimo i pensieri in modo telegrafico (la lezione è durata 3 ore), gli argomenti sono stati molti e alcuni molto ostici.
Mi scuso per l'eccessivo ermetismo che rischia di non far comprendere l'importanza della lezione, ma alle 3:14 non ce la faccio proprio....buonanotte.
L'aula è gremita (siamo più di 140 studenti) e trovo posto solo a cavallo dell'uscita d'emergenza, non sono ne dentro ne fuori.
La prima lezione del laboratorio di sintesi finale inizia con un'ospite, Giuseppe Pullara, giornalista de Il Corriere della Sera che si occupa di architettura (e soprattutto dell'architettura di Roma).
Pullara, di ritorno da un viaggio nelle capitali dell'Est Europa, sostiene che Roma sia la città più buia d'occidente, con un'illuminazione notturna insufficiente e con la metropolitana più brutta del mondo (paragonata non solo a quelle di Mosca, di Londra e di Caracas, ma anche di Kiev, Varsavia, ecc.).
La metro della capitale è sporca, buia e claustrofobica (oltre che sottodimensionata), sembra ispirata alle catacombe.
Purini rilancia asserendo che il problema principale di questa infrastruttura sono i materiali (si sporcano troppo) e la claustrofobia provocata dagli spazi angusti.
Continua poi dicendo che nei films americani c'è sempre una scena in metropolitana, perchè è uno spazio vivo nell'immaginario collettivo (come anche i bagni pubblici).
Pullara accusa poi di provincialismo culturale Roma, che seppur ricca di basi storiche e non, fisiche e non, scarseggia di personalità di spicco, in grado poi di raccontare la città (come hanno fatto Pasolini e Fellini).
Si passa allora a parlare delle recenti architetture romane come il MAXXI, l'Auditorium e l'Ara Pacis.
Secondo Purini è come se il mondo dicesse a Roma "te sei la città del tempo fermo, non puoi essere moderna".
"Roma è moderna, ma di contrabbando".
Però "è migliore delle altre città, perchè città dell'autentico, compete quindi con Atene e con Il Cairo".
Purini critica poi il MAXXI in quanto (seppur con una veste moderna) non è riuscito a reinventare la macchina museale (è comunque una galleria con quadri appesi); e ritiene che le architetture moderne a Roma si amalgamino troppo bene con il contesto per risultare veramente nuove, per Pullara invece è estremamente importante (il MAXXI) semplicemente perchè a Roma mai nessuna donna aveva progettato un segno urbano tanto importante, quindi esprime voglia di cambiamento e di novità.
Ho cercato di comprimere al massimo i pensieri in modo telegrafico (la lezione è durata 3 ore), gli argomenti sono stati molti e alcuni molto ostici.
Mi scuso per l'eccessivo ermetismo che rischia di non far comprendere l'importanza della lezione, ma alle 3:14 non ce la faccio proprio....buonanotte.
venerdì 23 ottobre 2009
Da Coney Island a Las Vegas e oltre
Dalla Coney Island di inizio '900 descritta da Koolhaas alla Las Vegas di Venturi e oltre.
Le città hanno imparato a fagocitare di tutto (o lo fanno per loro natura), combinando il proprio DNA con qualsiasi cosa gli capiti a tiro, dimostrandosi sempre più, un organismo con un'evoluzione continua ed inarrestabile.
Questi 3 filmati potrebbero essere una delle tante prove dell'evoluzionismo dell'architettura.
Aristotele accostava il gioco alla gioia ed alla virtù, Freud lo riteneva fondamentale per il processo di formazione della personalità di ogni individuo (attraverso l'interazione con i luoghi e con gli altri).
Riportare il gioco nelle strade o nelle piazze potrebbe essere una buona idea per rifondere i logori legami tra uomo e città e per incontrare altri cittadini.
Aristotele accostava il gioco alla gioia ed alla virtù, Freud lo riteneva fondamentale per il processo di formazione della personalità di ogni individuo (attraverso l'interazione con i luoghi e con gli altri).
Riportare il gioco nelle strade o nelle piazze potrebbe essere una buona idea per rifondere i logori legami tra uomo e città e per incontrare altri cittadini.
Fatball from Tom Wexler on Vimeo.
Strange Attractors from Tom Wexler on Vimeo.
555 KUBIK_ extended version from urbanscreen on Vimeo.
La Città della comunicazione
La Città dell'intrattenimento
La Città dell'interattività
La Città dell'inaspettato
La Città della diversità
La Città degli incontri
La Città dei L.E.D.
La Città della notte
La Città del gioco
La Città del futuro
martedì 20 ottobre 2009
Puro e Puriniano (?)....io credevo Ortolano
Oggi ho seguito la prima lezione di Laboratorio di Sintesi Finale, il mio prof. è niente popò di meno che Franco Purini.
Persona coltissima e affascinante.
Ho addirittura un aneddoto personale: anni fa subito dopo aver sostenuto un esame di progettazione, scendevo le scale della facoltà visibilmente sollevato. Tra le mani un improbabile plastico, il quale (come già era successo prima e durante l'esame) iniziava a smontarsi. Arrivato all'ultima rampa si stacca un blocco contenente 2 aule per laboratori, una copisteria e una sala espositiva (in scala 1:200), inizia a ruzzolare per i gradini, la balza scricchiolava rimbombando nel silenzioso "androne", fino a quietarsi ai piedi di un uomo, non troppo alto, barba e capelli bianchi; questo raccoglie il malandato blocchetto, lo "riposiziona casualmente" tra gli altri sulla base e mi dice:"L'Architettura non deve mai cadere".
Non sapevo chi fosse, e non ci diedi più di tanto peso, avevo appena fatto una missione impossibile con quell'esame, solo in seguito scoprii che era F. Purini.
La prima lezione è stata molto interessante, ricca di citazioni e con un inaspettato leitmotiv.....sono gli studenti a produrre i concetti e a salire in cattedra.
Tornando a noi.
Alla prima prova direi che è un ottimo docente, ammetto di non essere mai stato suo grande fan (tutt'altro)......ma vai a sapere.
Vi terrò informati sulle altre lezioni (a dire il vero ci sarebbe moltissimo da scrivere, ma abbiate pietà, sono a pezzi, le lenzuola mi reclamano da giorni).
P.S. Riguardo al titolo del post....l'Architetto Ortolano è uno solo....chiedete a Giorgio Muratore.
Persona coltissima e affascinante.
Ho addirittura un aneddoto personale: anni fa subito dopo aver sostenuto un esame di progettazione, scendevo le scale della facoltà visibilmente sollevato. Tra le mani un improbabile plastico, il quale (come già era successo prima e durante l'esame) iniziava a smontarsi. Arrivato all'ultima rampa si stacca un blocco contenente 2 aule per laboratori, una copisteria e una sala espositiva (in scala 1:200), inizia a ruzzolare per i gradini, la balza scricchiolava rimbombando nel silenzioso "androne", fino a quietarsi ai piedi di un uomo, non troppo alto, barba e capelli bianchi; questo raccoglie il malandato blocchetto, lo "riposiziona casualmente" tra gli altri sulla base e mi dice:"L'Architettura non deve mai cadere".
Non sapevo chi fosse, e non ci diedi più di tanto peso, avevo appena fatto una missione impossibile con quell'esame, solo in seguito scoprii che era F. Purini.
La prima lezione è stata molto interessante, ricca di citazioni e con un inaspettato leitmotiv.....sono gli studenti a produrre i concetti e a salire in cattedra.
Tornando a noi.
Alla prima prova direi che è un ottimo docente, ammetto di non essere mai stato suo grande fan (tutt'altro)......ma vai a sapere.
Vi terrò informati sulle altre lezioni (a dire il vero ci sarebbe moltissimo da scrivere, ma abbiate pietà, sono a pezzi, le lenzuola mi reclamano da giorni).
P.S. Riguardo al titolo del post....l'Architetto Ortolano è uno solo....chiedete a Giorgio Muratore.
mercoledì 30 settembre 2009
Nuovo stadio Roma (nuova)
Premetto di non essere un appassionato di calcio.
A quanto pare per scopi tutt'altro che sportivi e tutt'altro che architettonici (come sempre l'architettura non è lo scopo di se stessa) sembra che lo stadio intitolato a Franco Sensi si farà.
Lo stadio dovrebbe sorgere in zona Massimina - Casal Lombroso (poco fuori dal G.R.A.).
L'importanza urbanistica è notevole, da una parte si può liberare il "centro" da tutto ciò che gravita intorno ad una partita di calcio (e vi garantisco che per Roma è paragonabile alla "visita" dei Visigoti di Alarico) e dall'altra può aiutare lo sviluppo della città in "periferia".
La cosa più interessante del progetto è il "dialogo" che ha con la città (o quantomeno con i cittadini), dialogo negato a livello architettonico da una forma così chiusa (e da un rivestimento lucido).
Attraverso un maxischermo posto sul prospetto lungo e uno schermo ad anello che corre lungo tutto il perimetro dello stadio, l'edificio parla.... in modo molto più schietto dei bassorilievi e dagli affreschi della Roma antica.
La domanda......ma questo massiccio uso di immagini in movimento....è la naturale evoluzione delle decorazioni tipiche dell'architettura pre-moderna oppure è la negazione definitiva dell'architettura (quale medium di comunicazione quantomeno)? (o additittura E'Architettura?)
Mass-Architecture nell'era dei Mass-Media?
domenica 27 settembre 2009
Dialogoi (la ragione di Purini)
Dialogo semi-serio svoltosi alle 6 del mattino, attraverso la rete, in preda ad allucinazioni audio-visive.
Domo scrive:
aooo
il male si sta inpossessando di me
ho sbagliato a fa la piastra 5 volte!
a un certo punto ho temuto che avrei finito il poliplat senza averla fatta giusta
MaurizioArturo scrive:
ho rimediato un tecnigrafo da paura
ora ci serve solo uno scantinato da utilizzare come ufficio e possiamo aprire lo studio
Domo scrive:
spero che Alessandro te ce cacci de casa per quel tecnigrafo
MaurizioArturo scrive:
facile
Domo scrive:
ahahahahah
MaurizioArturo scrive:
senti
Domo scrive:
dica
MaurizioArturo scrive:
c'ho na cosa di dirti troppo importante
anzi 2 cose
la prima
la mia foto nuova spacca
Domo scrive:
vero
MaurizioArturo scrive:
è un tributo a Malevic che volevo fare da tempo
Domo scrive:
ahahahahah
MaurizioArturo scrive:
la seconda è che oggi mentre andavo da Daniela
FORTUNATAMENTE i mezzi hanno fatto si che ci mettessi 30 minuti di più
e avevo in tasca junk space (questo testo torna troppo spesso) da riportargli
così l'ho riletto
quasi tutto
e ho scoperto che PURINI E' LA VERITÀ
ha ragione
mentre leggevo pensavo
alle tue parole
in base alle quali leggendo Koolhaas non si può più progettare
Domo scrive:
ahahahahahaahahh
MaurizioArturo scrive:
quando ad un certo punto
sul binario uno (della Stazione Tiburtina)
direzione Orte
guardando verso NORD
l'ho visto!!
HO VISTO IL FOTT**ISSIMO JUNK SPACE!!
Domo scrive:
ahjahjhjahjahjjhajhahjajh
MaurizioArturo scrive:
era proprio lì
Domo scrive:
e cos'era?
MaurizioArturo scrive:
era tutto
i lavori in corso per la pensilina
a 3 cm dai binari
a 1 metro da 300 persone tutte diverse
con sullo sfondo l'immensa pensilina in acciaio arrugginito....le nuove pensiline griffate
e poi più lontano la cisterna d'acqua razionalista (non l'acqua, la cisterna è razionalista)
con casermone residenziale fascista
palazzine
la circonvallazione
i cartelli ferroviari, quelli della stazione, quelli che promuovono il progetto della nuova stazione
gli orari dei treni
la macchinina dei tecnici delle FS
Domo scrive:
matto
sì
MaurizioArturo scrive:
è stato mistico
Domo scrive:
ti sento in estasi
sì
mi hai reso l'idea
MaurizioArturo scrive:
e poi ho capito!
e ho urlato PAZZI!!!!
ahhaha
c'era un passo (in Junk Space) che parla del centro Pompidour
e del suo fallimento
e ho capito
che quelle che noi vediamo come vittorie dell'architettura
tipo il centro Pompidour
sono il fallimento dell'architettura
perché se avessero vinto veramente
adesso le città sarebbero tutte come gli edifici famosi (o tenderebbero ad essi)
come il Gughenaim di Bilbao
come il MAXXI
come la CCTV Tower
ecc..
Domo scrive:
mmmmm
MaurizioArturo scrive:
e invece no
perché in realtà sono fallimenti
fallimenti
e tutti i "grandi" Architetti
combattono una lotta serrata
le loro architetture pazzesche sono come una lotta contro i mulini a vento
perché l'unico modo di fare Architettura....è togliere l'architettura dagli edifici
dalle strade
dalle piazze
Domo scrive:
mmm
stai fatto..
scrivi un post
MaurizioArturo scrive:
no! l'architettura non può più esistere
è un retaggio del passato tanto quanto gli archi
Domo scrive:
ne possiamo riparlare dopo che avrò fatto l'esame?
MaurizioArturo scrive:
oramai si ragiona in scale più ampie
di qui il Morfema di Purini
che non è altro che un segno di città
Domo scrive:
mmm
MaurizioArturo scrive:
un segno architettonico a scala urbana
perché grazie alle incubatrici di cartongesso, alle scale mobili e all'aria condizionata gli edifici non hanno più fine
la Strada è un retaggio del passato
ora ci sono solo le Vie
che ti portano in malo modo da un punto all'altro di questo grande edificio
è come nei racconti di Asimov
quando salgono al 200esimo piano per uscire all'aria aperta
e affacciandosi dalla terrazza vedono solo un'infinita piastra di metallo che copre tutto il pianeta
con i bagliori arancioni e azzurri del tramonto
che si riflettono e giocano con i grovigli di lamiera
Domo scrive:
sì ...va beh
io torno a fa il plastico
MaurizioArturo scrive:
ahhahah
Domo scrive:
maledetti visionari
MaurizioArturo scrive:
ingrato
ti volevo far partecipe di un momento di estasi
Domo scrive:
so contento...
ahjjhajhajha
MaurizioArturo scrive:
che ritroverai solo nelle tue colle per fare quel maledetto plastico
Domo scrive:
sta a diventà na nottata
no un momento
MaurizioArturo scrive:
da quì all'esame sarà tutta una lunga nottata
Domo scrive:
ahjhajhajhajahjhajhhja
è la notte della ragione
MaurizioArturo scrive:
vabè .... io sta conversazione la posto
che dici?
Domo scrive:
jhahjajhajhajhjhajhajha
ok
ma togli le bestemmie di cui ti sei riempito la bocca
jahjhajhajhahjjhajha
fammi scrivere una frase a effetto a cui stavo pensando oggi
MaurizioArturo scrive:
no no
Domo scrive:
...da inserire nel film
MaurizioArturo scrive:
basta con sto film
Domo scrive:
jhajhajajajha
MaurizioArturo scrive:
sei schiavo del junk space
shahash
Domo scrive:
jahjhajhajhajhajh
volevo scrive la frase ma non me la ricordo più
MaurizioArturo scrive:
sei l'ultimo
ma non vuoi sapere perché Purini ha ragione?
Domo scrive:
dimmi
dimmi
MaurizioArturo scrive:
perchè i suoi progetti non sono architettura!
cosa c'è di architettonico?
dimmi
non si capisce quale è il sopra e quale il sotto
Domo scrive:
tu dimmi cosa vuol dire architettonico
MaurizioArturo scrive:
non ci sono elementi architettonici di alcun tipo
Domo scrive:
mmm
MaurizioArturo scrive:
sei architetto quando hai 2 tubi uuguali
Domo scrive:
è cmq una rielaborazione
MaurizioArturo scrive:
e volendo attaccarli l'uno all'altro
Domo scrive:
è come il movimento moderno
MaurizioArturo scrive:
invece di saldarli
Domo scrive:
che non è arte
MaurizioArturo scrive:
fai un'altro pezzo che sia un medium tra i 2
e poi da quello ci tiri fuori bei soldi
ahahha
Domo scrive:
ahhjahjajhjhaajhahjjha
MaurizioArturo scrive:
nei prog di purini
non ci sono materiali
non c'è STORIA!
non c'è l'essere umano
sono pura Anima!
gli manca il corpo
Domo scrive:
mmm
non so
MaurizioArturo scrive:
non c'è politica
ne retorica
Domo scrive:
so che mi sono peerso un muro però
MaurizioArturo scrive:
basta con il plastico
è uno stupido idolo
stai commettendo un sacrilegio sappilo
basta con i 3d
basta con i render
basta con preliminari, definitivi ed esecutivi
da ora in poi solo As built......
ma c'hai il progetto aggiornato che te inizio a fa il modello 3D?
Domo scrive:
certo che c'è
MaurizioArturo scrive:
passa
Domo invia:
Apri(Alt+P)
luca scrive:
sono cambiati:
le finestre sul retro
la stecca che davanti è tutta chiusa
senza tagli
MaurizioArturo scrive:
come tutta chiusa?!
Domo scrive:
sì
MaurizioArturo scrive:
vabè
Domo scrive:
la parte che aggetta
MaurizioArturo scrive:
mo me lo guardo
Domo scrive:
altrimenti non si poteva reggere
È stato ricevuto il file C:\Documents and Settings\Administrator\My Documents\My Received Files\plastico.dwg inviato da luca.
luca scrive:
il lucernario della mensa
e anche lo scannafosso
il buco è un po' modivicato
e la parete è inclinata verso la facoltà
e i pilastri della piastra pure
MaurizioArturo scrive:
scusa ma la rampa nel lucernaio della mensa?
Domo scrive:
praticamente la parete sale inclinata
non è una rampa
è leggermente piegata
come quella dello scannafosso
MaurizioArturo scrive:
a ok
non penso vada segnata
bo
comunque come hai chiuso l'asola della stecca
non ci sono finestre nell'ultima aula
quella davanti ai bagni
Domo scrive:
?
no no
MaurizioArturo scrive:
?
Domo scrive:
fino a qull'aula arriva l'asola
e sul retro invece arriva quasi fino al corpo scala
MaurizioArturo scrive:
non secondo il tuo prospetto
Domo scrive:
me so sbajato
MaurizioArturo scrive:
se non ci fossi io
Domo scrive:
ahjhajhajhajhjha
il passo degli infissi dell'asola
diventa più alllungato
va beh che nel 3d
non se vede
MaurizioArturo scrive:
dici?
vabè
io lo faccio arrivare fino all'aula
Domo scrive:
jo
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