giovedì 16 ottobre 2008

Matita V.S. Mouse

I tecnigrafi escono fuori produzione, mentre i programmi di disegno computerizzato assistito la fanno da padroni.
Ed io alla prima lezione di Lab. di Urbanistica mi sento dire che con tutta probabilità le tavole andranno redatte a mano...........
un attimo.... stiamo scherzando?..
non mi sento di criticarlo come metodo d'insegnamento (apprendimento), ma almeno non dateci da fare tavole in A0 (mondo crudele).

So di essere spietatamente di parte, avendo imparato prima a disegnare al computer e solo successivamente a mano (non credete, sono discreto anche riga e squadra hehe), ma credo che l'aiuto del disegno assistito (vettoriale o raster) sia stato male interpretato da alcuni nostri professori, legati ancora a dettami imposti dal "vecchio" mezzo di rappresentazione.
Gli edifici che si erigevano nell'antichità, erano anche frutto del modo di progettarli (rappresentarli), lo stesso per il medioevo, lo stesso per gli edifici moderni.....
Le tecniche di rappresentazione (credo) abbiano influenzato il progetto più di quanto non abbia fatto la teoria compositiva (le tecniche costruttive sono un'altro discorso).
Il progetto del XXI° secolo non può seguire i dettami del tecnigrafo, della riga e della squadra..... bisogna cogliere le possibilità offerte dai nuovi strumenti, che ci permettono di controllare cose neanche concepibili solo 40 anni fa.
Se il disegno è una protesi della nostra mente, gli strumenti di disegno (tutti), sono l'interfaccia tra i nostri pensieri e il disegno (e lo influenzano naturalmente), modificano il nostro disegno e la nostra progettazione.
Sicuramente il disegno computerizzato ha ancora bisogno di affinamenti e di qualcuno che sappia davvero insegnarlo.
Ci saranno innumerevoli incidenti di percorso, poter fare tutto (grazie anche alle evoluzioni tecniche generali), pone grandi difficoltà, la libertà è complessa, più si è liberi (si parla di tempi più che altro) e più si può sbagliare.

Naturalmente la matita resisterà, come primo approccio al progetto, ma per quanto ancora?

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Io credo che per il primo approccio la matita/penna/penna grafica/etc. sia fondamentale. Però rifiutare la redazione finale a computer mi sembra anacronistico.

Maurizio Arturo ha detto...

Ciao Riki
Quello che dici è assolutamente giusto e "d"io solo sa quanto mi rode, dovermi mettere a campire infiniti "limiti" bianchi... ma io intendevo porre più l'attenzione su come il mezzo informatico può modificare il progetto, come si possono abbandonare alcuni "stilemi" e acquistarne degli altri (tipo copia e incolla hehe, banalizzando)

Anonimo ha detto...

Tu devi fare un discorso con il tuo professore! Magari dopo aver fatto l'esame così lui non ha la possibilità di rivalersi sul voto. Però non solo è anacronistico ma soprattutto una gran perdita di tempo, che potrebbe essere utilizzato per ampliare il programma d'insegnamento. Io che sono libero professionista non solo non vedo da molti anni a questa parte nessuno e dico nessuno dei miei colleghi che disegni a mano, ma se qualcuno, spinto da nostagie universitarie (anche io sono dovuto passare per il famigerato corso di disegno architettonico ... a mano!) volesse intraprendere la professione oggi disegnando tutto con riga squadra e china ... beh dopo un annetto cambierebbe sicuramente metodo. Non si può più concepire di produrre un disegno tecnico, una pianta o una sezione, in una settimana! Il computer non solo permette di ridurre fortemente i tempi (anche di 5 o 6 volte secondo l'esperienza) ma anche di sfornare disegni dalla precisione e dalla pulizia nettamente superiori (niente sbavature o cancellature). E poi ci sono le variazioni continue che nel mondo professionale si susseguono durante l'evoluzione del progetto ... sono quintalate di lucidi! Se si vuol essere competitivi oggi bisogna affidarsi unicamente a programmi specializzati, anche i vecchi cad risultano obsoleti ormai. Se il tuo professore vuole veramente prepararvi al mondo professionale deve insegnarvi roba tipo REVIT o ALLPLAN, altro che riga e squadra. Da quando lavoro non ho più preso in mano una china neanche per sbaglio!

Anonimo ha detto...

Be', la questione non è delle più semplici. So cosa significa disegnare a mano con una certa precisione... Il mio esame di disegno consisteva, tra l'altro, della copia di sei tavole del Vignola sugli ordini archiettonici, ciò significava disegnare gole rovesce, rastremazioni, tutte rigorosamente a mano. Ovviamente, essendo un esame del semestre del primo anno, non lo ritenevo anacronistico. Cioè, mi sembra anche ovvio chiedere ad una persona che non ha mai tenuto in mano una matita per fare un disegno tecnico come si deve, un minimo di conoscenza e di esperienza. Non credo sia possibile prescindere la professione dell'architetto dalla capacità manuale di dar vita ad un disegno.
Ora che disegno prevalentemente, anzi, totalmente con il caro Autocad, mi rendo conto di quanto tempo possa essere risparmiato e di quanta maggiore precisione si possa raggiungere. Ma sono fiera del fatto che sviluppo sempre le mie idee su un pezzo di carta con la cara matita tra le mani, e soprattutto, stampo l'eventuale progetto in autocad per poterci disegnare a mano sopra. Lo sento come un istinto forte, è come se la matita mi permettesse una maggiore "confidenza" con il lavoro, una maggiore possibiltà di modifica.
Per questo credo che sin dai primi anni dell'università, i professori dovrebbero far comprendere le potenzialità della matita, senza per questo demonizzare il computer. Insomma, il progresso non è negazione del passato. E' il passato che permette l'esistenza del futuro. Mica i libri non si leggono più perché esiste internet??!!
Ovviamente mi sembra altrettanto assurdo che un prof richieda delle tavole di urbanistica redatte a mano. Una tecnica si sceglie se il suo utilizzo può apportare un giovamento, ma quì mi sembra quasi una cattiveria!!
Quindi, tirando le somme, dire che la matita non è da riporre nell'astuccio, va usata, riconoscendole la giusta imporatanza, al fianco del computer.

Nicoletta

Maurizio Arturo ha detto...

Naturalmente (per ora) l'approccio al progetto attraverso lo schizzo a matita è importantissimo, non metto in dubbio questo (o magari si?).

Credo di essere stato molto poco chiaro nel post (scusatemi), ma comunque il discorso è bello complicato.
Credo che il modo migliore per capirlo, sia guardare le opere di Eisenman.
L' "uomo di ferro", parte dalle sue House (1970), che sono tipico frutto di un tecnigrafo; poi passa a progettare in 3D (o tramite plastici) tipo il Centro de Artes Escènicas dell'università di Emoy (1992) o la Chiesa per Roma 2000 (1996), per arrivare agli studi con MetaNurbs dell' Illinois Institute of Tecnology e della Virtual House.

Anonimo ha detto...

Salve...beh che dire.
Io sono al primo anno e la settimana scorsa ho visto per la prima volta il mio professore di disegno dell'architettura . Il corso è basato tutto su disegni a mano libera (schizzi sul posto) e disegni con riga e squadrette. Diciamo che se da un lato è positivo saper disegnare a manooltre che a computer , è sbagliato non insegnare il disegno assistito tipo autocad.
Io ho fatto un minicorso al liceo di autocad 2D , ma mi sento molto ma molto in balia delle inde visto che nel 2 semestre ho il laboratorio di progettazione e non penso di fare tutto a mano...
Voglio dire , sono fortunato ad avere un professore che fa disegnare a mano , ma io non sottovaluterei i programmi di disegno al computer. Spero che vada tutto per il meglio sia a te che a me . :-D ciao

Maurizio Arturo ha detto...

Bè Andrea, saper disegnare a mano è assolutamente indispensabile.
Ti accorgerai quanto è importante quando avrai cose in mente e non riuscirai a disegnarle o a renderle comprensibili anche agli altri.
L'esame di disegno a mano resta indispensabile e andrebbe affiancato da un esame di disegno automatico.

Il problema è quello di vedere le "cose".

Il disegno per MetaNurbs offre forme e figure molto affascinanti, i programmi di CAD permettono di gestire misure qualsiasi (tenendo sempre un'occhio al cantiere), il calcolo strutturale assistito facilita qualsiasi progettazione (anche la più ardita).

Ora l'importante è imparare come utilizzare queste nuove "capacità umane", evitando di abusarne possibilmente.