giovedì 20 novembre 2008

EcoArchitettura (Bio- mi sà di ortaggi)

Oramai è un dato di fatto, la nuova sfida architettonica si gioca sul campo dell'Ecocompatibilità.
Improvvisamente si è scoperto che nella società consumista c'è troppo consumo.....(vabbè...diciamo spreco, era giusto per dare effetto alla frase).
E si è intuito che gli edifici vanno costruiti in un determinato luogo (che ha determinate caratteristiche) e che hanno costi di gestione e manutenzione...(ho ancora la convinzione che per alcuni l'area di progetto sia una zona del foglio, rigorosamente bianco, e non un luogo nello spazio fisico).
Ora via a ritroso a cercare tecniche antiche e dimenticate... e poi avanti nel futuro delle nuove tecnologie, in un andirivieni che rischia di creare mostri fatti di paglia e argilla, con tetto fotovoltaico ad un solo spiovente (a 30 gradi naturalmente e in direzione sud).
Chiaramente estremizzo (come mio solito), la mia vuole essere una provocazione (come mio solito), ma sta di fatto che molti dei rimedi che cerchiamo, c'erano già anni e anni fa.
Come per esempio gli edifici/pozzo per fare il ghiaccio nel deserto del Medio Oriente, o le correnti d'aria che rendevano fresche le antiche abitazioni dell'Africa settentrionale...o ancora, il riscaldamento a pavimentazione radiante (si risparmia un bel po') già usato dai romani nelle terme, ecc..procedendo lontano oltre le (mie) conoscenze e oltre il realmente ECOnomico.
Il cerchio quadra, anche se quando parlavo di "Migliore configurazione energetica" per gli edifici (vedi post sull'Architettura Economica), mi riferivo soprattutto alla potenza sociale (passatemi il termine), e meno al risparmio energetico e monetario.
Fatto sta che improvvisamente (almeno io mi sono stupito di alcune cose) scopriamo che l'aria (e il calore) si muove anche all'interno degli edifici (e non solo all'interno delle pareti ventilate) e che questi movimenti si possono calcolare in maniera precisa con l'ausilio del computer, scopriamo che la geometria dell'edificio non è solo frutto di scarabocchi e giustificazioni forzate e poco plausibili (scusate l'irruenza, poi mi passa e mi vado a pentire all'angolo della punizione), ma soprattutto di una Configurazione Energetica (questa volta nel senso stretto del termine) che si palesava solo su poche riviste e su pochi testi (fino ad un'anno fa, ora gli editori hanno fiutato l'affare).
Quindi ora giù a studiare fisica tecnica ambientale, illuminotecnica e quant'altro (e programmi tipo Fluent, FloWizard, Relux, ecc).
Avrò esagerato, ma avevo bisogno di sfogarmi, l'insonnia mi rende rabbioso.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ma non me starai mica diventando un seguace di De Santoli!!!
Io credo che sia giusto studiare queste cose, ma in maniera piu dolce, meno specifica perchè posso assicurarti che a distanza di 3/4 anni gia non ricordo nulla o quasi di quello che ho studiato. A mio avviso la materia dovrebbe crearein noi maggior coscienza, non riempirci la testa di formule e controformule che nel migliore dei casi ci rimangono in testa per il tempo strettamente necessario(l'esame!).

Anonimo ha detto...

ero Marchetto

Anonimo ha detto...

Beh...penso che studiare non voglia dire riempire la testa di formule , ma avere delle conoscenze almeno sommarie per sapere poi affrontare qualsiasi problema.
Non significa sapere tutto a memoria , ma sapere dove andare a cercare le cose che ci interessano...
E' come per gli avvocati , devono sapere che esistono i codici , saperli non a memoria , ma sapere come si dividono , cosa trattano ,per poi cercare i cavilli per risolvere le cause...
L'architettura ha bisogno di essere ECOCOMPATIBILE .
Volete togliere ad altre persone il gusto di essere architetti? Perciò , preserviamo il nostro pianeta.

Maurizio Arturo ha detto...

Il problema è infatti di come vengono insegnate queste materie.
La fisica tecnica, non dovrebbe essere il problema, ma la soluzione.
Nel senso che, quando sai che ci vuole un camino (e non un cammino) che colleghi i vari ambienti, che ci vuole una serra (possibilmente a sud) e che la copertura deve avere una certa geometria (per il recupero delle acque meteoriche, per sfruttare i venti dominanti e per l'oscuramento solare)...credo che che sei già un passo avanti.
Poi se ci insegnassero anche i programmi informatici, che sono indispensabili per questa materia, non sarebbe male.
O No?